Eni torna a fare profitti e vede un dividendo cash

Utile a 229 milioni e produzione record +5,4%, ma Borsa fredda -1%. Il brent torna a 60 dollari

Eni torna a fare profitti e vede un dividendo cash

Eni dimentica le perdite e grazie a una produzione record rivede l'utile nel terzo trimestre. Segno che la strada imboccata dall'ad, Claudio Descalzi, è quella giusta per lasciare alle spalle il pesante calo del petrolio degli ultimi due anni: ieri il brent ha intanto rivisto quota 60 dollari, il top da luglio 2015.

Quanto a Eni la produzione di idrocarburi, nel terzo trimestre, ha raggiunto 1,8 milioni di «boe» (barili di olio equivalente) al giorno, in aumento del 5,4% (+3,7% nei nove mesi). Un livello record, che è atteso in un ulteriore aumento nel quarto trimestre grazie ai giacimenti in Kashagan, Val'Agri, Indonesia e Inghilterra. Il Cane a sei zampe ha così quasi quadruplicato l'utile operativo adjusted a 947 milioni (3,80 miliardi nei nove mesi), con l'utile netto che ha raggiunto 229 milioni nel terzo trimestre e 1,44 miliardi nei nove mesi, rispetto alle perdite nette registrate in entrambi i periodi 2016. Forte la generazione di cassa operativa: 2,16 miliardi nel terzo trimestre (+63%) e 6,8 miliardi nei nove mesi (+54%). Merito, nel complesso, degli effetti positivi dell'upstream (produzione ed esplorazione), da un lato, e dei benefici collegati all'azione di ristrutturazione portata avanti negli altri business: gas, raffinazione e chimica. «I business downstream di raffinazione e chimica, raddoppiando il risultato, superano le aspettative beneficiando del nuovo assetto industriale», ha spiegato Descalzi riconoscendo il pareggio nella divisione Gas&Power e prevedendone un risultato positivo per fine anno. Bene l'indebitamento finanziario netto che è sceso a quota 14,96 miliardi (da 16 miliardi) ed è atteso in ulteriore riduzione a fine anno. Eni potrebbe infatti cedere delle quote nei giacimenti in Messico e Indonesia con una diluizione del 30-40%. A fine anno, comunque, dalle dismissioni sono attesi 3,7 miliardi. Nel 2017, ha aggiunto l'ad «otterremo una copertura organica degli investimenti e dei dividendi, interamente corrisposti per cassa».

Nonostante i numeri positivi, ieri il titolo ha perso l'1% a 13,78 euro.

Gli analisti avevano attese superiori ma hanno comunque confermato (Equita e Banca Imi) il giudizio buy sul titolo. Sempre ieri la controllata Saipem ha annunciato l'accordo sindacale raggiunto a Parigi per la riorganizzazione della divisione francese.

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