Etihad vuole Montezemolo in Alitalia

Etihad vuole Montezemolo in Alitalia

Riprende a circolare il nome di Luca di Montezemolo per la presidenza della futura Alitalia. La compagnia smorza: non è un tema all'ordine del giorno. In effetti, la newco deve ancora nascere, ma il nome del presidente della Ferrari è il più verosimile per un ruolo che dovrà essere di garanzia per il nuovo socio arabo. Spieghiamoci meglio. Oltre a essere stato nell'ultimo anno uno degli interlocutori italiani più ascoltati dall'emiro Khalifa bin Zayed Al Nahayan, nelle scorse settimane si deve proprio a Montezemolo il riavvio di una trattativa che era ormai sfumata. Secondo indiscrezioni molto attendibili, tra la fine di aprile e l'inizio di maggio Etihad aveva deciso di rinunciare all'affaire Alitalia, lamentando un atteggiamento poco collaborativo da parte della controparte italiana. È stato a quel punto che Montezemolo ha preso l'aereo verso Abu Dhabi per incontrare lo stesso emiro, sul quale ha fatto opera di persuasione. Da tempo – almeno da quando è stato realizzato il parco tematico dedicato alla Ferrari – il presidente di quest'ultima è di casa a palazzo. Gli è stato dato ascolto, la trattativa è stata riaperta, ma a questo punto Montezemolo è il «garante» di un accordo per il quale si è speso in prima persona. Se l'emiro chiederà a Montezemolo di assumere la presidenza di Alitalia, egli dunque non potrà rifiutare.
Sono questioni che prenderanno corpo nel corso dell'estate. Intanto è ancora in salita la strada per costruire i preliminari al nuovo corso della compagnia italiana. Ieri una riunione sindacale di tre ore non ha dato esiti; riprende questo pomeriggio. Sul tavolo gli esuberi, che in prima battuta la Cgil respinge con sdegno: «Non accetteremo tagli. Chi investe 560 milioni in Alitalia non può aver bisogno di lasciare a casa 2.251 persone». Interessante osservare che la spaccatura nel sindacato si è parzialmente ricomposta. All'incontro con l'azienda ieri hanno partecipato soltanto i confederali (Uil compresa), mentre sono stati tenuti alla porta, nonostante la loro rappresentatività, le sigle autonome di piloti, assistenti di volo e personale di terra. In questa fase il colpo di mano di Cigl, Cisl e Ugl sembra aver avuto successo, almeno sul piano formale.
Nel dibattito di ieri va registrato che Giovanni Castellucci, ad di Atlantia (azionista di Alitalia e di Adr) ha confermato che la società aeroportuale sta cercando un partner. Accreditata all'ingresso – una trattativa «parallela» di cui si parla da un anno – è la stessa Etihad, che – stando ai numeri che si rincorrono – verserebbe 700 milioni per il 20% di Adr. Castellucci, che già nel tempo ha sempre smentito contatti con Etihad, ora smentisce anche questi numeri. Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ieri ha poi riferito che la trattativa tra soci di Alitalia e banche sta andando avanti speditamente. Infine, Etihad. Oggi il numero uno James Hogan parteciperà a Zurigo alla cerimonia inaugurale del volo Zurigo-Abu Dhabi.

Il collegamento ha un forte valore simbolico, perché è un ulteriore passo verso l'integrazione della rete che Etihad sta cucendo in Europa; dopo le partecipazioni in Air Berlin, Air Serbia e Darwin, con Alitalia Etihad potrà contare su una propria rete integrata di collegamenti sempre più importante, basata sugli hub di Abu Dhabi e di Roma. Di ieri la notizia che Hogan punta ad aumentare le sue partecipazioni, acquistando anche una quota di Malaysia Airlines.

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