Ricordate il ministro delle Finanze olandese Gerritt Zalm, il più fiero oppositore all’ingresso dell’Italia nel primo gruppo dei Paesi euro? Sono passati quattordici anni da allora, e l’Olanda non può più dare lezioni di virtù fiscale. Nel 2013, mentre l’Italietta si sta impegnando a raggiungere il pareggio dei conti pubblici, l’Olanda avrà un deficit di bilancio del 4,6%, superiore di oltre un punto e mezzo al limite fissato dal Trattato di Maastricht. Certo, i Paesi Bassi continuano a sfoggiare una sempre più rara “tripla A” nella valutazione delle agenzie di rating. Né si può dimenticare che lo stock di debito pubblico è pari al 66% del Pil, un livello ben inferiore alla media europea dell’88%. Ma l’economia stenta, con una crescita 2012 che vedrà il segno negativo (- 0,9%), e di conseguenza i conti pubblici peggiorano. Il paese è entrato in recessione nella seconda metà del 2011, e la disoccupazione è aumentata per due trimestri consecutivi raggiungendo il 6%.
La certificazione della crisi olandese è giunta nelle scorse ore dagli analisti di Citigroup. “La scarsa performance dell’economia olandese renderà molto difficile raggiungere gli obiettivi di bilancio attraverso la riduzione del deficit”, si legge in un report del 23 marzo. Per raggiungere un deficit del 3% nel 2013, e onorare la promessa fatta all’Europa, il governo del premier Mark Rutte, sostenuto in parlamento da una coalizione minoritaria, deve procedere a tagli per almeno 9 miliardi di euro. In questo momento, osserva Citigroup, l’Olanda non sembra soddisfare i requisiti per poter essere definita un Paese “core”, parte integrante del nocciolo duro dell’Eurozona. La sua posizione è peggiore di quella tedesca, finlandese e lussemburghese. A causa della crisi bancaria e del debito, “le condizioni di finanziamento in Olanda si sono ristrette – aggiunge il report - creando pressioni sui cittadini altamente indebitati. Una situazione che avrà ripercussioni negative sulla domanda interna e sui prezzi delle abitazioni”. Anche per l’Olanda vale la regola: ogni stretta fiscale ha impatto negativo sulla crescita.
Il premio di rischio richiesto sui bond olandesi rispetto a quelli tedeschi rimane molto basso, circa 56 punti base, ma per la prima volta è risultato superiore allo spread della Finlandia. “ Si vi sarà una crisi di governo, il Paese perderà la tripla A – ha detto il presidente degli industriali olandesi in un’intervista televisiva riportata da Bloomberg – e ciò costerà miliardi di euro allo Stato e alle aziende private: dobbiamo prendere rapidamente misure per rafforzare l’economia”.
Gli analisti di Citigroup non si aspettano che i Paesi Bassi possano perdere la tripla A, ma ritengono probabile che le agenzie di rating mettano sotto osservazione il debito olandese con un outlook negativo, e questo avrà di sicuro conseguenze sullo spread.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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