F2i prende Sorgenia, A2a vuole il Veneto

Il Fondo infrastrutturale mette sul piatto un miliardo insieme a Asterion

Sofia Fraschini

Scossa nel mondo delle utility. Con la cessione di Sorgenia a F2i e la battaglia nel Triveneto, il mercato delle ex municipalizzate si risveglia dopo anni di piccole acquisizioni territoriali. In particolare A2a, che è già egemone in tutta la Lombardia, si prepara a dare battaglia alla bolognese Hera alla ricerca dei clienti veneti. Dopo le grandi integrazioni di un decennio fa, dunque, si riaccende il risiko di settore complice anche una transizione energetica che sta favorendo le tecnologie green e la crescita dimensionale.

In Veneto, l'operazione Ascopiave dal valore complessivo di 1 miliardo di euro ha cambiato gli equilibri energetici del Nord Est con Hera che ora guida con il 52% una partnership ad alta redditività e fidelizzazione. Il gruppo bolognese, solo qualche giorno fa, ha completato l'operazione con la quale si è rafforzata in Veneto, con uno scambio di asset con Ascopiave, società trevigiana. Ne è nata una nuova utility, EstEnergy, che avrà un giro d'affari di 860 milioni e oltre un milione di clienti.

Ma a sfidarla si prepara A2a, in prima linea sull'asse Verona-Vicenza. Le rispettive ex municipalizzate, Agsm e Aim, devono infatti allearsi con un soggetto più grande e hanno avviato un percorso in esclusiva con la società lombarda guidata da Valerio Camerano. Trattativa che si concluderà entro il 30 giugno 2020, e è finalizzata allo studio di una possibile partnership strategica con l'obiettivo di creare un player di riferimento in Triveneto. Le due possibili prede di A2a, insieme, avrebbero 400mila clienti elettricità e gas e 350mila contatori.

ll Nord Est diventa così un terreno di scontro nel prossimo 2020. Ma le sfide tra le ex municipalizzate non finiscono qui. Dopo una lunga trattativa, ieri il fondo infrastrutturale F2i, guidato dall'ad Renato Ravanelli, si è infatti aggiudicato Sorgenia, società energetica in vendita da qualche mese dopo essere passata da un complesso salvataggio bancario.

Di proprietà della Cir dei De Benedetti, Sorgenia, fondata nel 1999 è passata, nel 2014, a un gruppo di banche che l'hanno salvata dal fallimento (era gravata da 1,8 miliardi di debiti): in campo scesero Mps, Ubi, l'allora Banco Popolare, Intesa, Unicredit e l'allora Bpm. Istituti che ieri sono passati all'incasso, cedendo la società per oltre 1 miliardo a F2i, in gara insieme agli spagnoli di Asterion. Battute al fotofinish Iren, il gruppo inglese ContourGlobal, e A2a in consorzio con la ceca Eph.

Secondo fonti finanziarie, F2i avrebbe presentato l'offerta più alta. Sorgenia, con utili per 46 milioni (2018), porta in dote 300mila clienti full digital e il suo ritorno in pista, dopo questa fase di transizione, e sotto la guida dell'esperto Ravanelli (ex A2a), darà del filo da torcere ai competitor.

Il progetto del fondo infrastrutturale, che punta a creare un polo energetico, apportando impianti eolici e centrali a biomasse per oltre 400 megawatt, si è rivelato vincente e andrà a stuzzicare un mercato in fermento come quello delle utility e del mondo green.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica