Fca-Renault, pronto il supergruppo

Si va verso uno scambio azionario. E dalle nozze nascerà il nuovo big dell'auto

Pierluigi Bonora

È tutto pronto per l'annuncio dell'accordo tra Fca e Renault all'interno dell'Alleanza tra i francesi, Nissan e Mitsubishi. Forti segnali in questa direzione arrivano dalle piazze di Parigi e Tokio. In mattinata, prima dell'apertura delle Borse, il cda di Renault darà la benedizione al patto con il Lingotto. Quindi, sono attese le comunicazioni ufficiali. Con l'Europa distratta dalle elezioni, i due gruppi hanno lavorato intensamente e in segreto sulla definizione dell'accordo. Il giornale giapponese Nikkei scrive che Fca «intende mantenere l'alleanza di Renault con Nissan e Mitsubishi così com'è», oltre a sintetizzare i vantaggi dell'eventuale fusione. «Con una nuova alleanza a quattro Fca-Renault-Nissan-Mitsubishi - spiega - le vendite annuali salirebbero a oltre 15 milioni di unità», superando significativamente quelle del gruppo Volkswagen, che nel 2018 si è classificato primo con 10,83 milioni di auto.

A fronte della triade Renault-Nissan-Mitsubishi, che manca di forza nel segmento delle auto di lusso e premium, l'apporto di Fca sarebbe dare un contributo nei marchi di fascia alta, come Maserati e Alfa Romeo (brand, quest'ultimo, che necessita però di una rapida cura vitaminica). E così, quasi un anno dopo la presentazione del Piano industriale di Balocco, con l'ultimo intervento davanti al mercato di Sergio Marchionne, Fca si trova a un passo da una nuova svolta storica. E lo stesso vale per Renault, fino a pochi mesi fa capeggiata da Carlos Ghosn, uscito di scena nel modo peggiore dopo aver scontato una lunga detenzione. Scomparso Marchionne e sparito Ghosn (entrambi, tra l'altro, non si amavano per niente), ecco allora andare in porto il matrimonio. Gli indizi portano a uno scambio azionario, come ipotizza Bloomberg: l'operazione aprirebbe la strada a un possibile ingresso del Lingotto in Renault-Nissan. Da parte sua, l'economico Les Echos sostiene che, affinché questa fusione tra pari non conduca a un'acquisizione di Renault da parte di Fca e della famiglia Agnelli, il Lingotto verserebbe anticipatamente un dividendo straordinario agli azionisti. Questo permetterebbe di avvicinare le capitalizzazioni dei due gruppi: attualmente Fca pesa per circa 18 miliardi, contro poco meno di 15 miliardi di Renault. La famiglia Agnelli, che attraverso la sua holding Exor controlla il 29% di Fca, sarebbe ancora il maggiore azionista del nuovo colosso dell'auto, davanti all'Eliseo, che controlla il 15% di Renault. Il numero uno del gruppo francese, Jean-Dominique Senard, avrebbe già illustrato il piano al ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, ottenendo il via libera. Silenzio, per ora, da Palazzo Chigi, sollecitato dai sindacati a chiarire al più presto con Fca quali ripercussioni ci potrebbero essere sul polo industriale italiano, visti i 5 miliardi di investimenti per il suo sviluppo.

La decisione francese di unirsi a Fca, intanto, suonerebbe come un segnale ai rissosi alleati di Nissan che, eliminato Ghosn, continuano a opporsi, attraverso il numero uno Hiroto Saikawa, che pure sembra non navigare in buone acque, a fondersi con Parigi. Un'ipotesi, a questo punto, è che Renault e Fca facciano uno scambio azionario, costituendo il polo occidentale dell'Alleanza, visto che nel 2016 Nissan si era assicurata il 34% di Mitsubishi.

Uno snodo importante arriverà il 25 giugno quando si riunirà l'assemblea degli azionisti di Nissan per il benestare all'ingresso nel cda di Senard e dell'ad di Renault, Thierry Bolloré. Se così fosse, sarebbe il compromesso, caldeggiato dal governo di Tokio, perché i due gruppi mantengano lo status quo. Proprio nei giorni scorsi il ministro Le Maire ha incontrato l'omologo giapponese e da entrambi sono arrivate rassicurazioni sulla tenuta dell'Alleanza.

Nikkei si sofferma infine su altri benefici delle nozze Fca-Renault: «I guadagni di Fca - ricorda - dipendono principalmente dalle vendite negli Usa, e una fusione con Renault, che ottiene la maggior parte dei suoi guadagni dall'Europa, rafforzerebbe le debolezze di entrambi».

Renault e Nissan, inoltre, hanno creato in Cina un centro di ricerca e sviluppo che si prefigge di sviluppare tecnologie legate a connettività, elettrico (il know how giapponese, in questo campo, è molto avanzato) e guida autonoma.

In pratica, quello all'orizzonte sarebbe un gruppo globale, all'avanguardia nelle piattaforme pronto per le nuove sfide.

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