Il probabile taglio dei tassi da parte della Fed si profila come una mossa necessaria più che desiderata, spinta da un mercato del lavoro che continua a indebolirsi e che, agli occhi della banca centrale americana, pesa ormai più dell'inflazione ancora sopra il 2%. Domani è attesa una riduzione di un quarto di punto al 3,50-3,75%, accompagnata da un linguaggio che molti già definiscono un taglio da falchi, perché potrebbe mettere un freno a ulteriori allentamenti in un contesto ancora carico di incertezze. Le nuove proiezioni e il dot-plot (il livello giusto dei tassi secondo ciascun membro del Fomc; ndr) offriranno un'indicazione chiave sulla Fed che erediterà il successore di Powell, chiamato anche a ricomporre un board ormai diviso tra chi teme una ripresa dei prezzi e chi ritiene invece indispensabile sostenere l'economia.
Mentre Washington si interroga sulla futura leadership, l'attenzione degli investitori si sposta anche sull'Europa, dove le parole di Isabel Schnabel hanno contribuito a ridisegnare le aspettative sulla politica monetaria. La componente del board della Bce ha sottolineato come l'economia dell'area euro si sia dimostrata più resiliente del previsto, ricordando che "l'economia dell'area euro è sulla buona strada per crescere al di sopra del potenziale", grazie a un mercato del lavoro robusto, salari in aumento e una politica fiscale più espansiva.
Ma sono soprattutto le sue valutazioni sulle mosse future della Bce ad aver acceso il dibattito: Schnabel ha affermato di trovarsi "abbastanza a mio agio con queste aspettative" riferendosi alle scommesse degli investitori secondo cui la prossima decisione non sarà un taglio, bensì un rialzo dei tassi. Le sue parole hanno immediatamente avuto un impatto sui mercati obbligazionari, contribuendo a un aumento dei rendimenti in tutta l'Eurozona e spingendo lo spread Btp-Bund leggermente verso l'alto a 70 punti.