Economia

Fed taglia gli aiuti: cosa fare in Borsa

Si può spuntare anche il 5% con clima, infrastrutture e Pechino. Mercati nervosi

Fed taglia gli aiuti: cosa fare in Borsa

La Fed potrebbe iniziare il tapering, cioè ridurre gli aiuti contro la crisi Covid, prima di fine anno. A rivelarlo sono stati i verbali dell'ultima riunione della banca centrale Usa, che ora acquista titoli di Stato per 80 miliardi di dollari al mese e titoli garantiti da mutui ipotecari per 40 miliardi. Le Borse guardano al simposio dei banchieri centrali a Jackson Hole (nel Wyoming), che si apre giovedì, per avere dettagli da parte di Jerome Powell, ma la volatilità sui mercati crescerà. Ecco allora alcune idee per investire in Borsa da qui a fine anno, con guadagni che potrebbero arrivare al 5%.

PIÙ LIQUIDITÀ PER MANOVRA

Malgrado la Bce al momento non si muova, il tapering della Fed farà lievitare i tassi obbligazionari e questo innervosirà le Borse. È quindi consigliabile fare spazio alla liquidità in portafoglio, magari alleggerendo le posizioni che hanno guadagnato molto da inizio anno: fare un po' di «cassa» consentirebbe infatti di approfittare di probabili momentanee correzioni di alcuni titoli o settori (forse anche superiori al 5%), che potrebbero essere venduti temporaneamente dai grandi investitori.

L'APPEAL DEL DEBITO CINESE

Ad oggi il rendimento del Btp decennale oscilla intorno allo 0,6% mentre quello del Treasury Usa a 10 anni non va oltre l'1,25%. Di fronte a questi rendimenti il 2,9% offerto dai Titoli di Stato cinesi a 10 anni appare attraente. Inoltre da inizio anno lo yuan cinese si è mosso in parallelo al dollaro con un rendimento, rispetto all'euro, leggermente superiore (il 4,8% contro il 3,8%): una conferma della sua resilienza anche durante le fasi di volatilità. Sottoscrivere un Etf sui bond cinesi potrebbe rendere circa 2 punti percentuali entro fine anno. Per puntare a un guadagno del 3-4% nei prossimi sei mesi, ci sono gli high yield asiatici che dovrebbero beneficiare della forre ripresa dell'Asia emergente; in uno scenario moderatamente avverso, però, le perdite potrebbero arrivare al 5%.

CLIMA E INFRASTRUTTURE

I supertrend, sebbene siano temi di investimento con un orizzonte pluriennale, sono influenzati da sviluppi a breve termine e dalla fiducia degli investitori. Al centro delle discussioni tra i leader globali alla prossima 26a Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (COP26) a Glasgow ci saranno le iniziative di contrasto al cambiamento climatico con la Germania ancora scossa dai morti e dagli ingenti danni provocati dalle alluvioni di luglio. Probabile un'accelerazione degli stanziamenti a livello globale per la riduzione delle emissioni di CO2, per adeguare le infrastrutture e mettere in sicurezza il territorio. Il guadagno potenziale entro fine anno potrebbe attestarsi intorno al 5% mentre, in un contesto negativo, le perdite potrebbero spingersi fino al 10%.

CANADA E NORVEGIA

Dopo il recente raffreddamento dei prezzi delle materie prime, l'attesa accelerazione della produzione globale in autunno, dovrebbe garantire benefici, con una rivalutazione intorno ai 2 punti percentuali entro fine anno, a dollaro canadese, dollaro neozelandese e corona norvegese, valute espressione di Paesi esportatori di commodity. La banca centrale della Nuova Zelanda dovrebbe rialzare per prima i tassi quest'estate in risposta alle crescenti aspettative di inflazione, e la Norvegia dovrebbe seguire entro fine anno; il Canada potrebbe aumentare il tapering.

Ma in uno scenario più controverso dollaro canadese, dollaro neozelandese e corona norvegese potrebbero accusare perdite tra l'1% e il 2% rispetto all'euro.

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