
Avrei solo voluto un nido caldo e sicuro e invece ho costruito una famiglia disfunzionale. Mio figlio, mio marito ed io (non va meglio se allarghiamo il nucleo anche ad altri parenti prossimi) ci intossichiamo vicendevolmente con gli effluvi delle solite dinamiche che non riusciamo a scardinare. Appena ci ritroviamo assieme, a tavola, in vacanza, in un week end, una sorta di riflesso pavloviano ci porta a iniziare a discutere seguendo meccanismi precisi e tutto degenera in brevissimo tempo. Da lì musi, lacrime, rancori e ognuno se ne va sbattendo simbolicamente o no, a seconda delle circostanze, la propria porta per trincerarsi dietro l’incomunicabilità. Per me è una frustrazione immensa perché ho sempre voluto una famiglia nella quale accogliere e rifugiarmi, credo di averla sognata più di molte altre persone a causa della mia storia personale o forse per un’inclinazione tutta mia di volermi sentire al sicuro e in armonia. Quindi ritrovarmi in quest’incubo mi uccide un po’ di più ogni giorno. Non immagina quante volte fantastichi di fuggire, ma dura pochissimo perché c’è mio figlio e, ovviamente, non sarei mai in grado di allontanarmene. Lo troverei un gesto contro natura. Ma trovo che lo sia anche il mio nucleo familiare. Per me è un dolore, vero. E non so cosa fare.
Margherita
Cara Margherita, mi dispiace moltissimo per lei perché comprendo bene ciò che sta vivendo. [Troppo spesso mi predispongo al meglio per trascorrere del tempo con la mia famiglia e poi, immancabilmente, accade qualcosa che guasta irreparabilmente l’atmosfera. Temo di appartenere a una generazione (ma non conosco la sua) incapace di costruire rapporti familiari sani e costruttivi. E per quanto mi sforzi di comprenderne il motivo, finisco sempre col rigirarmi tra le mani troppe risposte o troppo poche. Il che è lo stesso. I ruoli stravolti tra marito e moglie e tra genitori e figli, l’età in cui si diventa genitori (molto spostata in avanti rispetto a un tempo), la completa assenza di talento per regole e disciplina (temo a causa di un’atavica pigrizia o di una mancanza di energia convogliata in aspetti meno determinanti)... Non saprei davvero, ma sento tante storie come la sua, come le nostre.
So che i nostri genitori, e tanto meno i nostri nonni, non hanno mai avuto bisogno di rivolgersi a terzi per far funzionare le cose in casa propria. Ma spesso io ho la tentazione di rivolgermi a uno specialista. Ci pensi anche lei.