Ferrari è più veloce in Borsa che in pista. Il mercato, infatti, continua a non tenere conto della nuova deludente stagione del Cavallino in Formula 1. E le azioni «Race» volano, sfiorando il +70% dall'inizio dell'anno. L'ultima quotazione, quella di venerdì 5 luglio, ha visto il titolo chiudere a un prezzo di 147,30 euro. «E se capita uno stop nel percorso di crescita, ecco l'occasione giusta per entrare e tenersi stretto il titolo», commenta l'analista di una sim milanese. Gli ordini full sul lungo periodo, il piano strategico presentato lo scorso settembre dall'ad Louis Carey Camilleri, la svolta convinta verso l'elettrificazione (si parte con SF90, primo bolide ibrido ricaricabile) e il contenimento del rischio da parte del settore lusso: sono alcune delle ragioni che rendono Ferrari più che appetibile, anche nella logica del «cassettista» vista la presenza, tra chi compra, dei fondi pensione. Un titolo a sé, dunque, che non rientra nella ciclicità del mercato automobilistico, oggetto di frequenti alti e bassi.
Gli ultimi exploit in Borsa hanno portato il Cavallino rampante di Maranello a valere quasi 29 miliardi (Fca capitalizza 19,65 miliardi), circa 38 volte i profitti messi in conto per il 2019. Lvmh, altro big del lusso, vale 25 volte gli utili.
E proprio per sostenere le azioni e remunerare gli azionisti, Ferrari prosegue con il piano da 1,5 miliardi, da realizzare entro il 2022, di riacquisto di azioni proprie. Il 2 luglio è partita la seconda trance da 200 milioni, di cui 150 da eseguire sul mercato italiano e fino a 50 milioni sul Nyse mediante un ulteriore mandato con una primaria istituzione finanziaria. Questa seconda tranche di acquisti terminerà il 27 dicembre.
Il bacino di pubblico che in tutto il mondo può permettersi una Ferrari è consistente in valore assoluto: oltre 18 milioni di persone definiti gli High-net-worth individuals. E proprio i «super ricchi» sono in forte crescita soprattutto in Asia, dove stanno decollando le vendite di Ferrari: in Cina, il progresso è stato del 79% nel primo trimestre scorso sullo stesso periodo dell'anno precedente, con 328 esemplari venduti, che fanno di Pechino il secondo mercato del Cavallino dietro alle Americhe (720 supercar).
Maranello, intanto, ha dato forfait al prossimo Salone dell'auto di Francoforte, in programma a settembre.
Quella del Cavallino rampante sarà un'assenza pesantissima che si unisce a tante altre, tra cui quelle dei marchi di Fca, Maserati inclusa. Non è un caso che proprio alla vigilia di Francoforte, a Maranello si terrà un maxi-evento battezzato «Ferrari Universo».
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