La Fiat di Sergio Marchionne entra nella tana del lupo, quella Corea del Sud che, con il gruppo Hyundai-Kia, sta dando del filo da torcere ai produttori generalisti europei, per non parlare del braccio di ferro sulle esportazioni di auto del Paese asiatico nel Vecchio continente. Il Lingotto, dunque, appoggiandosi alla Chrysler Korea, da gennaio sarà presente a Seul con due modelli: la compatta 500, anche nella versione cabrio, e lo sport utility Freemont, entrambi prodotti a Toluca (Messico). In Corea solo con i marchi di lusso Ferrari e Maserati, nonché con l'offerta Chrysler-Jeep, la casa di Torino cerca ora spazio anche con il marchio Fiat assente dal 1997, anno caratterizzato dalla gravissima crisi asiatica. Lo sbarco a Seul e i piani di espansione in Cina insieme al partner Gac, rappresentano un nuovo tassello del graduale ritorno del gruppo in quest'area del pianeta. Vero è comunque, che secondo le stime del Korea automotive research institute, anche il Paese di Hyundai e Kia risentirà, alla fine dell'anno, della crisi economica globale. Le immatricolazioni di automobili, in proposito, potrebbero calare del 2,1% a circa 1,55 milioni.
In proposito, Renault Samsung Motors, la controllata coreana della casa francese, si appresta a tagliare 4.700 posti di lavoro, circa l'80% dell'organico. Il piano di uscite volontarie incentivate (due anni di salario garantiti), causato dalla forte concorrenza di Hyundai e Kia, esclude il migliaio di addetti alla ricerca-sviluppo e design. Renault Samsung ha subìto un tracollo delle vendite nel primo semestre del 2012 (-33%), e per correre ai ripari Parigi ha deciso di investire 160 milioni di dollari per assemblare un 4x4 della Nissan nella fabbrica di Busan, a partire dal 2014. Da parte loro, Hyundai e Kia, per la prima volta viaggiano meglio fuori dai confini domestici. Il loro principale mercato al mondo non è più quello coreano, bensì quelli Usa e cinese. Il gruppo, in pratica, vede premiati gli investimenti in nuovi impianti nei due Paesi. È la stessa strategia vincente che sta dando i suoi frutti in Europa.
E proprio la crisi del mercato nel Vecchio continente (immuni continuano a essere Hyundai e Kia) ha spinto Marchionne ad accelerare lo sbarco di 500 e Freemont a Seul. Nella sue vesti di capo dell'Acea, invece, Marchionne ha più volte invitato l'Ue a effettuare maggiori controlli sulle esportazioni coreane, «aumentate in modo sproporzionato rispetto a quelle europee in quel Paese».
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