Economia

Fiat, Marchionne insiste: "Non vogliamo aiuti dal governo"

L'ad del Lingotto: "Senza Chrysler avremmo sofferto le pene dell’inferno in Europa"

"Non cerchiamo aiuto né dall’Italia né dall’Europa per gestire la crisi economica". Dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Mario Monti e i vertici del governo, l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne è tornato a parlare del futuro del Lingotto e a ribadire che non chiederà gli aiuti per rilanciare il colosso torinese sul mercato italiano ed europeo: "È un momento davvero delicato".

"Non ho ancora messo il miliardo, stiamo valutando la situazione dei modelli. Voglio essere libero di decidere il portafoglio prodotti", ha spiegato Marchionne chiarendo il futuro di Mirafiori dove dovrebbero essere prodotti due piccoli suv Fiat e Jeep. Parlando al salone di Parigi e ricordando che la fusione tra Fiat e Chrysler era "un atto dovuto" ed è ancora "da completare", Marchionne ha negato la possibilità di investimento su modelli nuovi spiegando che il mercato dell'automobile versa in "un momento delicato":"Senza Chrysler avremmo sofferto le pene dell’inferno in Europa". Proprio per questo, infatti, Mazda non è interessata a produrre in Italia: non c'è, infatti, un costruttore estero interessato a produrre negli stabilimenti italiani."Dobbiamo stare con le orecchie basse, si deve stare attenti", ha continuato Marchionne ricordando, però, che "il ritiro di Fabbrica Italia non ha niente a che fare con la Fiom". Riferendosi a quanto contenuto nel comunicato congiunto scritto con il governo Monti dopo l’incontro della scorsa settimana, l'ad della Fiat ha spiegato che, a questo punto, bisogna cambiare il fisco per favorire l’export. Ad ogni modo, il Lingotto pensa di chiudere il 2012 con oltre 7.400 macchine vendute.

"Stiamo andando bene - ha concluso Marchionne - grazie agli Stati Uniti e in Europa a Germania e Inghilterra in controtendenza rispetto al mercato genere".

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