Fiat marcia sulla Russia: accordo con Zil e Renault

Dalla fabbrica di Mosca, che serviva la nomenklatura sovietica, usciranno i furgoni Ducato e Master. Psa, alleato storico di Torino, battuto sul tempo

A piccoli passi e con non poche difficoltà, Fiat cerca di rifare della Russia un'area strategica, come lo è stato, ai tempi dell'Urss, il polo di Togliattigrad negli anni '60 e '70. Il Paese, del resto, entro il 2020 dovrebbe diventare il primo mercato automobilistico europeo, davanti alla Germania, e il quinto nel mondo, dopo Cina, Usa, Giappone e Brasile. Ecco allora Sergio Marchionne mettere a segno un primo importante colpo: l'accordo preliminare con Renault e MosavtoZil (controllata al 100% da Zil) per l'assemblaggio di furgoni negli impianti della fabbrica moscovita, la stessa che sfornava il parco macchine dell'ex Nomenklatura di gloria sovietica.
La produzione - secondo la stampa di Mosca - inizierebbe nel primo trimestre del 2014 e la capacità totale del progetto è di circa 50mila veicoli l'anno: 25mila per Fiat e 25mila per Renault. I primi modelli a uscire dalle linee di produzione Zil saranno Fiat Ducato e Renault Master.
Fiat e Renault hanno battuto sul tempo il gruppo Psa Peugeot Citroën, legato al Lingotto da una joint venture ad Atessa, in Abruzzo, per la produzione dello stesso Ducato e dei corrispondenti veicoli francesi, Boxer e Jumper. Psa, già presente in Russia grazie all'accordo con Mitsubishi, si era comunque fatto avanti tempo fa, sempre con Zil, con l'intenzione di produrre a Mosca veicoli commerciali. È evidente, a questo punto, il singolare intreccio che si è venuto a determinare tra Torino e Parigi. Da una parte, nello stabilimento abruzzese, per il quale sono stati destinati dal Lingotto investimenti per oltre 700 milioni, Fiat e Psa vanno da anni a braccetto e sfornano le rispettive gamme di furgoni, nonché, nel caso di Ducato, i componenti da assemblare sul mercato Usa; dall'altra, in Russia, Fiat si prepara a condividere con Renault, rivale storica di Psa Peugeot Citroën, la linea di assemblaggio Zil. Se Marchionne ha portato avanti l'operazione è perché lo poteva fare, ma sicuramente non mancheranno i mugugni nello staff del numero uno di Psa, Philippe Varin, a causa dell'«interferenza» della casa della losanga.
La soluzione del dossier Russia è fondamentale per Marchionne. Il gruppo non si può più permettere ritardi o errori di strategia, come è accaduto nella stessa Federazione o in Cina. Si sono infatti raffreddate di molto le trattative con la Regione di San Pietroburgo per la realizzazione di una fabbrica che avrebbe prodotto veicoli a marchio Jeep. Ora, l'obiettivo del Lingotto sarebbe di spostare il progetto San Pietroburgo a Taganrog, città natale di Cechov, utilizzando la casa automobilistica Tagaz sempre per costruire veicoli Jeep.

Alfa Romeo, invece, è da poco tornata sul mercato russo come importatore diretto attraverso Chrysler Jeep Russia National Sales Company. Oltre alla Giulietta già importata, la gamma è composta da MiTo e dalla supercar 4C.

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