«Fiat? Rapporti ok. Ma poi ha bussato Gm»

«Fiat? Rapporti ok. Ma poi ha bussato Gm»

nostro inviato a Ginevra

Xavier Peugeot, da gennaio direttore prodotto della casa automobilistica omonima, è fratello di Thierry. Entrambi, con la sorella Marie-Hèlén, sono figli di Pierre, il manager che ha portato a termine l’acquisizione di Citroën, ha guidato il Leone nelle campagne d’Africa degli anni ’60, creato la finanziaria Psa e assorbito gli impianti di Chrysler Europa. Nel Dna di Xavier (settima generazione della dinastia) non mancano, dunque, tutti i cromosomi che portano a ragionare in modo globale e a spingere sulle alleanze. Lo abbiamo incontrato al Salone di Ginevra, intento a spiegare a giornalisti e curiosi le specificità del nuovo gioiello di famiglia, la 208.
Complimenti per il colpo con la Gm, un accordo lampo che ha spiazzato il vostro amico italiano Sergio Marchionne...
«Stabilire un’alleanza con il primo costruttore mondiale è una straordinaria opportunità che ci permetterà di continuare a scrivere la nostra storia. È un accordo storico. Con la General Motors potremo lavorare su due grandi assi: da un lato le piattaforme per ridurre e condividere i costi; dall’altro i processi di acquisto, mettendo in comune 9 milioni di vetture da una parte e 3,5 dall’altra. Tutto ciò, ovviamente, avrà un effetto importantissimo sui nostri bilanci».
L’intesa è un primo passo per qualcosa di più vincolante per entrambi i partner?
«Abbiamo già detto che la Gm non sarebbe andata oltre il 7%. E lo confermiamo. La nostra prima preoccupazione era quella di restare l’azionista di riferimento del gruppo Psa. E io, come responsabile del prodotto, potrò lavorare su queste piattaforme che ci apriranno nuove possibilità, nuove tecnologie e uno sviluppo all’estero».
La Fiat, però, sembra stesse corteggiando sia voi sia gli americani. Marchionne, ora, è costretto a rivedere i suoi piani.
«Lascio al nostro ceo Philippe Varin la risposta alla sua domanda. Dico solo che abbiamo collaborazioni anche con altri costruttori automobilistici; e quella con la Fiat è stata importante e continua a esserlo. Oggi, però, avevamo un’altra opportunità con la Gm...».
In Europa c’è un problema di sovraccapacità produttiva. Pensate anche voi di risolverlo esportando i vostri prodotti, le vetture compatte, magari verso gli Usa? L’intesa con la Gm vi agevolerebbe.
«Abbiamo diversi impianti in Francia, dove ci sono le nostre radici. E nella nostra terra sarà realizzata la 208, il che dimostra il nostro attaccamento alla produzione in Francia. La stessa macchina, comunque, sarà prodotta dal 2013 anche in Brasile, a Porto Real».
E le sinergie con la General Motors?
«È presto per parlarne, soprattutto per quanto riguarda gli Stati Uniti. In questi giorni sto avviando le discussioni per preparare il piano prodotto in un orizzonte di 3-4 anni».
Che cosa vuol dire chiamarsi Peugeot?
«Significa far parte di un’avventura straordinaria e poter continuare la storia dei Peugeot: otto generazioni. E poi, molta responsabilità, fierezza, impegno ed entusiasmo. È un’avventura unica».
Sempre uniti nelle scelte importanti?
«Sì. Non si può scrivere una storia così lunga senza condividerne i valori fondamentali».


Come vede il futuro del capitalismo familiare?
«Il fatto di far parte di una famiglia che continua ad avere il ruolo di azionista di riferimento in un’industria come la nostra è un vantaggio formidabile, perché permette di avere una visione a lungo termine delle cose».
Vero è che i conti del gruppo sono in rosso.
«Risaneremo la situazione. E la 208 sarà la carta vincente».

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