Fiat, in Russia con 1,1 miliardi per produrre 120mila Suv

Marchionne alla "Cbs" torna a ringraziare gli operai Chrysler Nessun incontro con il neo presidente di Confindustria, Squinzi. I piani internazionali del Lingotto

Fiat, in Russia con 1,1 miliardi per produrre 120mila Suv

Mentre trapelano le prime in­discrezioni sul nuovo piano della Fiat per la Russia, il suo ammini­­stratore delegato, Sergio Mar­chionne, incassa negli Stati Uniti una nuova sfilza di lodi per aver ri­portato in carreggiata la Chrysler. In Italia,invece,l’attenzione resta concentrata sui rapporti tra Lin­gotto e Confindustria, alla luce della nuova presidenza di Giorgio Squinzi, e sul tribunale di Torino, dove il 12 aprile il giudice, Fabri­zio Aprile, farà sapere se unifiche­rà o meno i 21 procedimenti della Fiom contro il gruppo industriale. Partiamo dalla Russia, il cui mer­cato dell’auto si conferma in otti­ma salute con un +25% delle ven­dite in febbraio. Qui il gruppo Fiat-Chrysler costruirà un nuovo im­pianto, a San Pietroburgo, per la produzione di Suv. La fabbrica avrà una capacità di 120mila vei­coli l’anno e richiederà un investi­mento di 1,1 miliardi di dollari. Nella societàla Fiat avrà una quo­ta dell’ 80%, mentre il 20% sarà de­tenuto dalla banca Sberbank.

In una lunga intervista conces­sa alla tv americana Cbs , realizza­ta fra Torino e Auburn Hills, nel Mi­chigan, Marchionne (che la rivista finanziaria Barron’s ha inserito tra i 30 manager migliori al mon­do) è stato descritto dal giornalista Steve Kroft«la più grande star dell’industria». «Sembra più un regi­sta che un executive dell’auto», ha detto Kroft nell’introdurre l’ospi­te a “ 60 minutes”,programma de­dicato alla resurrezione della Chrysler. «Se fosse stato facile l’avrebbero fatto tutti - ha aggiun­to - e invece nel 2009 nessun ceo del settore ci avrebbe messo le ma­ni ». La risposta dell’ad: «Quanto accaduto in Chrysler non sarebbe stato possibile senza l’impegno che i suoi lavoratori hanno mostra­to; e se il processo di rinascita è sta­to lungo e pieno di ostacoli, ora la paura è passata e possiamo anche permetterci di sbagliare un model­lo. Solo 12 mesi fa sarebbe stato un disastro». Marchionne ha anche spiegato perché, a differenza dei suoi predecessori, ha disertato il mega ufficio presidenziale all’ulti­mo piano del palazzo Chrysler («là ci portiamo i turisti»), acco­mondandosi invece al piano terra «in mezzo agli ingegneri». Poco spazio, nell’intervista, alla situa­zione italiana, a parte le immagini del Lingotto e alcuni giri sulla pi­sta sopraelevata, sorvegliato dagli uomini della scorta,al volante dell’Alfa Romeo 8C Cabrio in compa­gnia del giornalista. Del resto l’intervista era per un canale Usa.

Nes­sun accenno invece alla sua vita privata se non che, quando è negli Usa, si sveglia alle 3,30 del mattino per poter parlare con l’Europa e va a dormire alle 22. Infine i rapporti con Confindustria.

Niente di nuovo e nessun incon­tro previsto tra Marchionne e il presidente designato Squinzi.

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