Levata di scudi politici sul dossier Fincantieri-Stx all'indomani della doccia fredda arrivata da Bruxelles: il riesame dell'operazione alla luce delle segnalazioni di Francia e Germania in nome della concorrenza. Una mina che ha scosso gli investitori che, fin dalla prima mattinata di ieri, hanno venduto il titolo in Borsa spaventati da un possibile stop e persuasi ad alleggerire le posizioni di fronte alla certezza che l'operazione, come minimo, andrà ai tempi supplementari: il dossier non si risolverà prima di giugno (l'iter ha una durata di 25 giorni lavorativi, ulteriormente prorogabili per altri 90).
A fine seduta Fincantieri ha così lasciato sul terreno il 4,72% a 0,93 euro dopo aver toccato un minimo intraday a 0,906 euro. Un'emorragia che potrebbe continuare. Una schiarita non è attesa prima di una decina di giorni quando il ministro dell'Economia Giovanni Tria sarà a Bruxelles (il 21 e il 22 gennaio) per l'Eurogruppo. Il governo e il gruppo guidato da Giuseppe Bono hanno dunque 10 giorni di tempo per mettere a punto una strategia.
Al momento, dal quartiere generale di Fincantieri tutto tace, ma la società si è già messa al lavoro per preparare il filing che dettagli la posizione di Fincantieri nel mercato europeo.
In prima linea si sono intanto schierati diversi esponenti del governo. «I tempi e modi della scelta di Francia e Germania di rivolgersi all'Antitrust europeo destano perplessità», ha detto il ministro della Difesa Elisabetta Trenta aggiungendo di augurarsi che la Ue non alzi «muri ingiustificati». Da più parti si fa appello alla difesa dell'industria italiana. Mentre il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani ha messo in luce il fatto che «l'Italia forse doveva trattare prima con la Commissione Europea. La verità ha aggiunto - è che i ministri non partecipano alle riunioni e vengono qui solo per cercare di fare un po' di propaganda». Duro anche l'ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda in un tweet: «Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Invece di ululare e protestare come adolescenti, andate in Ue e gestite il dossier Fincantieri».
Tornando all'asse tra il big
italiano e Stx, gli analisti di Equita hanno espresso preoccupazione: l'eventuale stop alleanza «sarebbe negativo perché fermerebbe il riequilibrio del potere contrattuale tra armatori e costruttori di navi» da crociera.
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