L'obiettivo del grande compromesso europeo su Stx era quello di far cantar vittoria sia a Macron sia a Gentiloni. Obiettivo che pare fallito su entrambi i fronti. In Francia si è già scatenata una dura polemica contro la decisione di concedere in prestito la maggioranza del capitale di Saint Nazaire a Fincantieri anche perché la partita con Roma è coincisa con la vendita dei Tgv ai tedeschi della Siemens. Per il sindaco di Saint Nazaire, David Samzun, si tratta di "un contratto di fiducia abbastanza limitata, un matrimonio nel quale già si stanno preparando le clausole di divorzio". E qui in Italia altrettanto violenta è stata la reazione di Piazza Affari: dopo aver chiuso la seduta di mercoledì in leggero calo (-0,3%) e aperto quella di ieri con un balzo del 2,6%, le azioni del gruppo guidato da Giuseppe Bono (che ieri in una lettera ai dipendenti ha definito l'intesa una pietra miliare per l'azienda) hanno lasciato sul terreno il 5,2% a 1,04 euro.
Gli investitori non ragionano in base a logiche patriottiche ma di mercato. Cosa non viene digerito? In particolare, quell'1% solo prestato e non venduto che può essere richiamato nell'arco dei prossimi 12 anni in caso di mancato rispetto degli impegni da parte degli italiani: le quattro finestre sono a 2, 5, 8 e 12 anni dalla firma dell'accordo. Anche se finora a non mantenere i patti è stato proprio l'Eliseo ribaltando l'intesa preliminare siglata ad aprile dall'ex premier Hollande che garantiva a Fincantieri il 55% (dal 66% acquistato a gennaio dai coreani). Qualche sospetto l'hanno destato le indiscrezioni filtrate mercoledì sulla nuova governance di Stx: prima un emissario del governo francese aveva fatto sapere che alla presidenza sarebbe rimasto Laurent Castaing, attuale direttore generale dei cantieri di Saint Nazaire, e Fincantieri avrebbe avuto il «potere di rimuoverlo o di separare gli incarichi di presidente e ad se lo riterrà necessario». Poi in serata fonti di Palazzo Chigi lo hanno smentito annunciando che presidente e ad saranno nominati da Fincantieri (con voto doppio del presidente in caso di parità) e sarà Parigi ad avere il diritto di veto. Schermaglie, o sulle poltrone c'è già battaglia? Di certo, «Castaing resterà direttore esecutivo», ha confermato ieri il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire. Il leitmotiv degli analisti consultati dal Giornale è: «Il diavolo sta nei dettagli e i dettagli dell'intesa annunciata a Lione ancora non si conoscono». In sostanza non è ancora chiaro quale sarà il prezzo per il controllo per giunta con l'elastico di Stx.
Molti fanno poi notare come è vero che Fincantieri avrà la disponibilità diretta del 51%, cosa non concessa nel precedente accordo di aprile che prevedeva 48% a Fincantieri e 4% alla Fondazione Cr Trieste. Ma a gennaio il gruppo di Bono aveva conquistato oltre il 66% di Stx presentando l'offerta migliore sul tavolo degli ex proprietari coreani. L'impatto sui margini del gruppo italiano sarà inoltre effettivo, sottolineano a Banka Akros, solo a partire dal 2021/22. Così come è difficile per i broker valutare l'impatto potenziale dell'alleanza sul versante militare fra Naval Group e Fincantieri che non si sa ancora se e come coinvolgerà Leonardo Finmeccanica o piuttosto la francese Thales, azionista forte di NG.
La reazione del mercato ricorda la vignetta uscita ieri in prima pagina di Le Monde: una grande nave pronta al varo nei cantieri di Saint-Nazaire, a sorreggerla, da un
lato, i bastoni di tre bandiere, di cui due europee e una italiana al centro. Dall'altra parte della nave, un quarto bastone col tricolore francese. «Galleggerà?», chiede un personaggio al compagno sulla prua della nave.
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