Utile netto di 204 milioni, investimenti per 1,2 miliardi (da 809,8 milioni) e debito in calo a 878,8 milioni (da 1,3 miliardi), anche grazie a una generazione di cassa pari a 270 milioni. Sono questi i principali dati del bilancio 2018 di Fininvest approvato ieri dall'assemblea degli azionisti.
In dettaglio la finanziaria della famiglia Berlusconi, che conta su un patrimonio netto di 4,54 miliardi, ha registrato ricavi per 4,4 miliardi (-4%), un margine operativo lordo di 1,15 miliardi (da 1,36 miliardi) e un risultato operativo di 129,8 milioni (da 216,4 milioni), un dato quest'ultimo «penalizzato da svalutazioni e accantonamenti a seguito di processi di natura non ricorrente». In questo contesto, includendo le partite straordinarie, il risultato netto si è attestato a 204 milioni dai 687 milioni dell'esercizio precedente che beneficiava dalle plusvalenze legate alla cessione del Milan mentre, escludendo le operazioni non ricorrenti, l'utile netto di gruppo ha raggiunto 117 milioni, in miglioramento rispetto agli 80 milioni realizzati nel 2017. A livello di capogruppo la cassaforte ha invece chiuso l'esercizio con un risultato netto di 57,8 milioni (in salita rispetto all'utile 2017 di 45,4 milioni).
L'assemblea degli azionisti del gruppo presieduto da Marina Berlusconi ha quindi deciso di procedere alla distribuzione di 92 milioni di dividendi (di cui 34 provenienti da riserve), in linea con quanto predisposto lo scorso anno. A dividersi le cedole saranno, pro quota, i veicoli finanziari dei soci: Fininvest fa capo per il 61,2% circa al fondatore, Silvio Berlusconi, che mantiene il controllo del gruppo attraverso quattro veicoli, mentre le holding di Marina e Pier Silvio hanno il 7,65% ciascuna e la finanziaria che racchiude le quote di Barbara, Eleonora e Luigi il 21,4% complessivo.
«In un contesto macroeconomico che ha evidenziato ancora molte instabilità, le società del gruppo Fininvest hanno mosso ulteriori passi lungo la linea strategica tracciata da tempo: concentrazione sui rispettivi core business, rafforzamento delle leadership, attento lavoro sulle efficienze e valorizzazione degli asset non ritenuti più strategici» ha sottolineato la holding in una nota. Queste azioni sono state determinanti per «cogliere nuove eventuali opportunità di investimento e di realizzare importanti operazioni di sviluppo strategico, anche all'estero».
Mondadori (controllata da Fininvest al 53,3%), dopo la cessione delle attività francesi, si sta infatti concentrando sempre più sui libri.
Quanto a Mediaset (controllata al 44,17% del capitale), dopo aver acquisito il 9,6% della tedesca ProsiebenSat, ha dato il via al progetto MediaForEurope che entro fine anno porterà il Biscione e la sua controllata Mediaset Espana a fondersi per incorporazione nella nuova holding con sede legale olandese. Se tutto andrà come previsto, il nuovo titolo dovrebbe approdare sul listino intorno agli inizi di dicembre.
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