Fisco, per paura i ricchi eliminano le auto di lusso

Dalla stangata sulla benzina al superbollo, al Salone di Ginevra è allarme tra i produttori: mercato fermo, i nostri clienti non vogliono finire alla gogna

Fisco, per paura i ricchi eliminano le auto di lusso

«Il mercato delle auto di lusso con cilindrata oltre i 3 litri è praticamente morto. E lo stesso vale per l’usato. Superbollo, caro carburanti, tasse e controlli sempre più frequenti sulle strade a chi viaggia alla guida di questi veicoli rappresentano un cocktail micidiale». A Ginevra, dove ieri si è aperto il Salone internazionale dell’auto, sugli stand dei costruttori premium non si parla d’altro. Franz Jung, presidente e amministratore delegato di Bmw Group Italia, come gli altri suoi colleghi è preoccupato.
«Gli automobilisti più facoltosi - prosegue - cercano di evitare di farsi vedere con una supercar o un Suv di lusso. E la tendenza, che sta mettendo in seria difficoltà soprattutto le reti di vendita e assistenza, è quella di liberarsi di questi modelli e optare per un veicolo meno appariscente». Ecco, allora, come spiega a Ginevra un concessionario multimarca, «che ci vengono proposti in permuta Porsche Cayenne, Audi 4.2, Bmw X5 e Mercedes ML a favore, per esempio, di un’Alfa Romeo Giulietta, di una Fiat Freemont, di una più discreta Bmw 520d e di altri modelli sotto i 2 litri di cilindrata. A questo punto, però, risulta difficile vendere anche l’usato che riceviamo, con il rischio di cedere ai prezzi stracciati che vengono proposti da qualche spregiudicato acquirente estero. Non possiamo permetterci di avere nei piazzali uno stock di vetture usate il cui valore scende giorno dopo giorno».
Anche Luca di Montezemolo, presidente della Ferrari, è intervenuto sull’argomento: «I nostri concessionari sono in crisi - afferma - la gente ha paura ad avvicinarsi. La lotta all’evasione fiscale è importante, ma non bisogna esagerare con la spettacolarizzazione. Nostri clienti sono stati fermati alla guida e hanno dovuto esibire, con la patente, la dichiarazione dei redditi». Montezemolo, che si dice d’accordo, «per un superbollo chiaro e trasparente», è invece contrario al fatto che «si ripaghino tasse su auto di 10-15 anni fa e che si penalizzi un settore fondamentale per il Paese, non solo per l’immagine». Sul superbollo è d’accordo anche Jung («il suo impatto non è poi così decisivo»), ma quello che il manager tedesco contesta, interpretando il pensiero della casa madre, è «l’approccio punitivo nei confronti delle prestazioni di un veicolo, invece di guardare alle emissioni; meno auto premium si vendono, inoltre, meno gettito arriva nelle casse dello Stato».


Il problema sollevato riguarda, dunque, il pericolo di considerare evasori tutti i possessori di un’automobile di lusso. Conclude il concessionario: «Finire alla gogna solo per essere stati fermati dalla Finanza può rovinare l’immagine di chi è ricco, dà lavoro e paga regolarmente le tasse. E noi rischiamo di chiudere».

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