L'anno dei record per l'industria italiana del risparmio gestito va in archivio con un saldo negativo in dicembre pari a 582 milioni. Tuttavia, il 2013 ha chiuso con un bilancio annuale di 64,9 miliardi di raccolta netta (record dal 1999) e, inoltre, il dato del mese scorso è stato influenzato dai deflussi, pari a 3,1 miliardi, dalle gestioni patrimoniali istituzionali. Le gestioni collettive, infatti, nelle quali rientrano i fondi aperti e quelli chiusi, hanno registrato invece un attivo tra nuove richieste di sottoscrizioni e disinvestimenti per 2,8 miliardi, 2,7 dei quali derivanti dai fondi comuni aperti. A fine dicembre 2013, il patrimonio complessivo delle gestioni collettive ammontava a 602 miliardi (45,2% del totale) mentre quello relativo alle gestioni di portafoglio si attestava a 729,5 miliardi (54,8%). Per quanto riguarda invece i fondi comuni, tutte le categorie sono riuscite a chiudere con un saldo mensile positivo ad eccezione dei monetari (-101 milioni): infatti dagli azionari (676 milioni) ai bilanciati (134 milioni), dai flessibili (1,7 miliardi) fino agli obbligazionari (360 milioni), dicembre ha visto un flusso importante di nuove adesioni. Grazie a questi dati e all'andamento dei mercati, il patrimonio totale dei fondi obbligazionari si è posizionato a quota 271 miliardi (48,5% del totale dei fondi), quello dei prodotti a vocazione azionaria a 117,7 miliardi (21,1%), quello relativo ai bilanciati a 32,4 miliardi (5,8%), quello dei monetari a 26,9 miliardi (4,8%) e il patrimonio di tutti i fondi flessibili a 99,5 miliardi (17,8%).
Infine, i fondi comuni di diritto italiano hanno chiuso dicembre con una raccolta netta positiva di 951 milioni, mentre quelli di diritto estero hanno totalizzato un saldo attivo di 1,8 miliardi, toccando a fine anno quota 391,7 miliardi di asset (70,1%) contro i 167,2 miliardi dei fondi di diritto italiano (29,9%).
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