Economia

Fondo salva Stati, Merkel: "Niente solidarietà senza controlli"

Venerdì il via libera al memorandum d'intesa per la ricapitalizzazione delle banche. La cancelliera detta le condizioni, ma la Corte costituzionale tedesca frena

Rischia di essere un’estate torrida, almeno dal punto di vista economico finanziario. Con l’Italia che continua ad essere pericolosamente esposta alla speculazione. Lo scudo europeo anti-spread di fatto esiste ma, finchè il Belpaese e soprattutto la Germania non avranno ratificato il trattato, le risorse dell'Esm rimarranno limitate a quelle ancora in dotazione allo Efsf. In questo clima di pesante incertezza, la cancelliera tedesca Angela Merkel è tornata ad alzare la voce chiedendo ai Paesi del Vecchio Continente un impegno maggiore sul rigore. "Non avranno chance - ha detto alla televisione tedesca - tutti i tentativi di chiedere solidarietà senza alcuna contropartita".

Parlando con lo Spiegel, il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker ha spiegato che nessuno dei leader dell'Eurotower "si aspetta che l’Italia possa aver bisogno di aiuti" dal momento che "se richiedesse un salvataggio dovrebbe sottoporsi alle regole di supervisione esistenti". La proposta di non ammorbidire i controlli congiunti sulle politiche dell’Eurozona è stata legata dalla Merkel anche al salvataggio delle banche spagnole "garantito dal governo" di Madrid. Unica apertura all’ottimismo, quando ha concesso che i Paesi del Vecchio Continente sono sulla buona strada dal momento che è stato fatto "più negli ultimi mesi che negli anni precedenti" per risolvere la crisi economica.

Un altro passo nella lunga marcia per contrastare la pesante recessione che sta investendo l'Unione europea sarà fatto venerdì prossimo quando i ministri delle finanze dell’Eurogruppo approveranno formalmente il "memorandum d’intesa" che mette a punto le condizioni per la ricapitalizzazione delle banche e la ristrutturazione - con un programma che si concluderà nell'arco di un anno - delle banche iberiche. Purtroppo, il declassamento dell'agenzia Moody’s ha fatto suonare i campanelli d’allarme per l’Italia e per le tensioni che, nel prossimo mese, potrebbero far scattare la necessità di calmierare il differenziale sui titoli di Stato dal momento che sia gli hedge fund sia le banche azioniste delle agenzie hanno mire "settate" al ribasso. A Bruxelles, tuttavia, i vertici dell'Unione europea negano l'ipotesi di una "task force" anti-spread, anche se le cancellerie sono già pronte a reagire in caso di emergenze estive. Ed è proprio in questo scenario che potrebbe essere usato lo scudo che comunque non scatterebbe automaticamente: gli Stati membri dovranno richiedere l’intervento dimostrando di essere adempiente e, soltantodopo una valutazione della Bce e l’approvazione dell’Eurogruppo, scatterebbe il monitoraggio della Bce e della Commissione Ue. Il fondo rischia, però, rischia di avere risorse limitate se si considera che solo il debito italiano addebita all'incirca 2mila miliardi.

Fino alla ratifica dello Esm da 500 miliardi di euro, l'Unione europea dovrà fare affidamento soltanto su quanto resta dello Efsf: dei 440 miliardi di euro stanziati inizialmente, 130 sono già stati impegnati per il salvataggio della Grecia, 85 per quello dell’Irlanda, 80 per quello dell Portogallo e fino a 100 per il sostegno delle banche spagnole. Di fatto l'avvio operativo del fondo "salva Stati" permanente è già slittato al primo di agosto pure restando ancora legato alle ratifiche parlamentari. A Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Mario Monti ha chiesto il via libera prima della pausa estiva dei lavori. Più complessa la situazione in Germania dove, prima che il trattato possa essere portato davanti al Bundestag, la Merkel dovrà aspettare che la Corte Costituzionale di Karlsruhe si esprima su migliaia di ricorsi che ne mettono in dubbio la costituzionalità. L'Alta Corte tedesca non cede alle pressioni del governo e annuncia che ci vorranno quasi due mesi prima di un verdetto sulla compatibilità del fondo con la Carta fondamentale del Paese: la pronuncia avverrà il 12 settembre. Si tratta di un passo indietro per il Meccanismo di stabilità, che avrebbe già dovuto vedere la luce questo mese.

Un passo indietro che rischia di favorire un nuovo attacco dei mercati agli anelli deboli della catena dell’eurozona.

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