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Fonsai, Cimbri in pressing «Niente Opa o vado al mare»

Fonsai, Cimbri in pressing «Niente Opa o vado al mare»

L’epilogo della battaglia tra il fronte composto da Unipol-Mediobanca e quello Sator-Palladio per il controllo del gruppo Fonsai è rimandato. Oggi ci sarà lo show down dei consigli di amministrazione dell’ex galassia Ligresti (si inizia alle ore 10 con Fonsai), ma la decisione della Consob sul nodo dell’Opa slitta alla prossima settimana: quasi certamente questa mattina la Commissione si limiterà infatti a una prima disamina del parere fornito dagli uffici tecnici, anche perchè il presidente Giuseppe Vegas è atteso a Pechino per un vertice internazionale.
L’obbligo di Opa è una variabile chiave per capire la fattibilità dell’intero riassetto. Unipol, che ha posto la condizione di essere esentata, ha infatti già confermato che in caso contrario lascerà il campo. Se l’Authority imporrà l’Opa su Milano Assicurazioni «faremo altro, andremo al mare», ha detto l’ad di Bologna, Carlo Cimbri, alla vigilia dei lavori della Commissione. «Rigore è quando arbitro fischia», ha scherzato Cimbri. I cinque commissari dell’Authority sono chiamati a decidere come applicare la disciplina dell’Opa a cascata: a differenza dei tempi della proposta di Groupama, Milano rappresenta infatti oltre un terzo del valore di Fonsai ma in tal caso di Opa Unipol sarebbe costretta ad iscrivere una forte minusvalenza a bilancio, come differenza tra il prezzo di carico e il valore di Borsa di Milano; con il risultato di aumentare i problemi lasciati dalla gestione Ligresti. Una prima traccia dell’idea della Commissione è rintracciabile tra le parole spese ieri da Vegas in Piazza Affari sottolineando il lavoro svolto per delimitare «in modo più preciso i casi di esenzione» dall’Opa. «La maggior certezza delle regole - ha aggiunto - non esime tuttavia dalla necessità di guardare, soprattutto nei casi più critici, alla sostanza e non solo alla forma delle questioni». La rinuncia di Unipol sgombererebbe la strada a Sator e Palladio, che hanno presentato una proposta per la sola Fonsai in contrasto con Mediobanca.
Oggi il board di Fonsai sarà quindi chiamato ad esprimersi sia sulla congruità dei concambi con Unipol sia sull’offerta firmata da Matteo Arpe e Roberto Menguzzo. Manca però ancora l’accordo tra i consiglieri indipendenti, che torneranno a vedersi questa mattina: Bologna avrebbe il 62% dell’aggregato, Fonsai il 27%, Milano il 10% e Premafin l’1% circa. Siamo alla «stretta finale», ha detto il capo azienda di Fonsai, Emanuele Erbetta, ma se saltasse il piano Unipol si complicherebbe ulteriormente anche la situazione di Premafin.

La holding è oggi chiamata ad approvare i risultati trimestrali, ma le banche creditrici continuano a non trovare una via di uscita sulla ristrutturazione del debito. A opporsi con determinazione è ancora Ge, ora apparsa fredda anche all’idea di accettare lo stesso prestito convertendo.

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