Fonsai, Giulia Ligresti patteggia 2 anni e 8 mesi

Il giudice aveva ritenuto indispensabile arrestarla a causa della «callidità e pervicacia nel perseguire i propri obiettivi», del possesso di una casa in affitto in Svizzera e al misterioso prelievo di due milioni e mezzo di euro «di cui allo stato non si conosce la destinazione». Ma ieri mattina Giulia Ligresti, figlia di Salvatore, esce dalla scena dell'inchiesta Fonsai in modo assai più soft di quanto l'ordinanza di cattura eseguita il 17 luglio avrebbe fatto prevedere: un patteggiamento a due anni e otto mesi di carcere, e stop.
I due milioni e mezzo di euro, si è scoperto, dai conti non erano mai usciti, tanto che non sono stati neanche sequestrati. E il ruolo della secondogenita dell'Ingegnere nella falsificazione dei bilanci di Fondiaria e Sai è stato evidentemente ritenuto dal giudice ben più marginale di quanto l'ordine di cattura lo dipingesse.
«Sono sfinita», è stato l'unico commento di Giulia Ligresti alla sentenza pronunciata ieri dal giudice. La 45enne imprenditrice era agli arresti domiciliari da qualche giorno per motivi di salute, dopo il pesante impatto psicologico con il carcere.

La scelta di patteggiare la pena è stata probabilmente figlia da un lato delle condizioni psichiche della donna, e dall'altro della disponibilità della Procura a riconoscere la modestia del suo contributo alla gestione degli affari illeciti. Il padre Salvatore, difeso anche lui dall'avvocato Gianluigi Tizzoni, è pure ai domiciliari, ma non pare intenda patteggiare, e così pure gli altri figli: Jonella e Paolo.

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