Fonsai, Unipol dà l’affondo "Abbiamo ancora l’esclusiva"

Cimbri scrive al cda di Premafin, che dà il via libera ai concambi Unicredit e Mediobanca in pressing sui Ligresti. In campo Consob

Fonsai, Unipol dà l’affondo "Abbiamo ancora l’esclusiva"

Carlo Cimbri intima a «casa Li­gresti » di non lasciare entrare Sa­tor e Palladio. «L’esclusiva c’è an­cora », ha scritto ieri l’ad di Unipol alla holding Premafin in risposta al parere legale secondo cui la decisione di Jonella e Paolo Ligresti di non accettare le clausole poste della Consob faceva cadere il con­tratto. La lettera di Cimbri è arriva­ta ieri sul tavolo del cda di Prema­fin, impegnato a vagliare la propo­sta di Unipol sui concambi e rice­ver­e un’informativa sul rilancio ef­fettuato dai fondi di Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo su Fonsai. A mezzanotte di ieri, il board non aveva ancora completato i lavori ma da quanto è stato possibile ri­costruire i consiglieri avrebbero deciso di procedere sulla strada di integrazione con Unipol.

Mediobanca e Unicredit sono determinate a mandare al tappe­to Salvatore Ligresti: se la famiglia di origini siciliane non accetterà di consegnare le chiavi del grup­po a Cimbri, le banche creditrici della holding Premafin escuteran­no il pegno sul pacchetto di con­trollo della compagnia assicurati­va. A ribaltare il tavolo delle tratta­tive erano stati Jonella e Paolo Li­gresti dicendosi indisponibili a rinunciare allo scudo della manle­va e al diritto di recesso pretesi dalla Consob per sollevare Unipol dall’obbligo di Opa. L’offerta di Sa­tor e Palladio promette la soprav­vivenza di Premafin e lascia alla holding una quota del 15-20%. Un bottino goloso per i Ligresti rispet­to alla quota residuale prevista in­vece dal maxi-riassetto studiato da Unipol.

La pressione sui consiglieri di Premafin è però fortissima e an­che la presidente Giulia Ligresti inizierebbe a nutrire dubbi sulla scelta dei fratelli, complici i rischi legali in caso di fallimento della ca­saforte. Più di un manager del gruppo Ligresti è comunque con­vi­nto che l’Isvap non concederà al­tro tempo rispetto alla scadenza di domani: in gioco insieme alla continuità aziendale di Premafin, c’è la sopravvivenza di Fonsai che ha immediata necessità di capita­li per riportare il margine di solvi­bilità in zona di sicurezza. In caso contrario,probabilmente,all’Au­thority non resterebbe che la soluzione del commissariamento.

Non per niente durante il fine settimana sono stati febbrili i contatti sia tra gli istituti creditori di Premafin sia tra i consiglieri indipendenti.

Ieri l’ad di Fonsai Ema­nuele Erbetta e il direttore genera­le Piergiorgio Peluso erano nello studio legale d’Urso per appronta­re i documenti necessari al consi­glio di oggi: si inizia alle 9.30 con Milano Assicurazioni, quindi in­torno alle 14.00 sarà la volta di Fonsai. Appare però probabile qual­che slittamento, visto che questa mattina ci sarà anche l’estrema ve­rifica tra i consiglieri indipenden­ti nel tentativo di raggiungere una posizione netta e definitiva.

Cruciale comunque il passag­gio di domani all’assemblea Pre­mafin perché le banche sono pronte a ristrutturarne il debito e quindi garantirne la continuità aziendale unicamente a fronte dell’intervento di Unipol a copri­re la ricapitalizzazione da 400 milioni.

In caso contrario scattereb­be l’escussione del pegno sulla quota del 35,7% di Fonsai e per la holding si spalancherebbero le porte del

tribunale. Decisivo sarà il voto dei Ligresti ma è già scesa in campo anche Consob: l’Authori­ty ha chiesto a Premafin chiari­menti sulla continuità aziendale, così da porre gli amministratori davanti alle loro responsabilità.

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