La Fornero insiste: "Via Quota 100, tornare al percorso del 2011"

Pietra tombale su Quota 100? La Fornero in pressing su Draghi: "Serve un messaggio molto chiaro verso il ritorno al percorso indicato dalla riforma del 2011"

La Fornero insiste: "Via Quota 100, tornare al percorso del 2011"

Dare la spallata definitiva a Quota 100 e ritornare al percorso tracciato con la riforma pensionistica che aveva prodotto nel 2011 le sue celeberrime lacrime di coccodrillo in diretta televisiva, mai dimenticate dagli italiani: l'ex ministro del governo tecnico Monti, Elsa Fornero, traccia la strada per allestire il nuovo sanguinoso taglio sulle pensioni dei contribuenti.

"Quota 100 è stato un passo indietro, molto costoso, che ha dato benefici a pochi e non ha affatto mantenuto la promessa di aumentare l'occupazione giovanile in sostituzione di quella più anziana", affonda Fornero durante un'intervista concessa a Repubblica. In attesa delle barricate promesse da Matteo Salvini in campagna elettorale a Benevento lo scorso 11 settembre, nel caso in cui qualcuno avesse osato mettere le mani sulla riforma previdenziale voluta fortemente dalla Lega, l'ex ministro parla con la certezza di chi già sa che siamo arrivati alla fase successiva. Quota 102 e Quota 104 sono "un compromesso per evitare un innalzamento troppo brusco dell'età pensionabile per alcuni lavoratori ma, nello stesso tempo, anche un messaggio molto chiaro verso il ritorno al percorso indicato dalla riforma del 2011". Richiamata da Draghi, evidentemente con uno scopo ben preciso, Fornero non vede l'ora di affondare nuovamente sul sistema contributivo italiano, con un salto indietro di 10 anni, pur mostrandosi non particolarmente soddisfatta neppure delle ipotizzate Quota 102 e Quota 104:"Personalmente avrei preferito utilizzare gli strumenti già esistenti per ammorbidire l'aumento dell'età pensionabile, penso, tra gli altri, all'Ape social e ad Opzione donna". Dopotutto è quanto richiesto dall'Europa per poter arrivare al Recovery Fund, tanto che "nella prima versione del Piano nazionale di ripresa e resilienza c'era esplicitamente scritto che gli strumenti si sarebbero trovati nel sistema pensionistico attuale": ecco perché non sarebbe stato necessario progettare di attutire la caduta dal gradone anagrafico.

Per quale motivo smantellare Quota 100? L'ex ministro del governo tecnico Monti ha la risposta pronta: "Ha fallito sul piano occupazionale. Il presidente Conte disse, all'epoca, che ci sarebbero state tre assunzioni per ogni uscita. È successo il contrario: un ingresso per ogni tre uscite. Ma il mercato del lavoro non funziona sostituendo un lavoratore con un altro. In una fase di recessione dell'economia è difficile creare nuova occupazione, ma in condizioni di normalità dobbiamo puntare ad un mercato del lavoro che alzi il tasso di occupazione". Di certo non sarà il sistema pensionistico del 2011 a creare posti di lavoro, visti i risultati che si registrarono anche allora, ma Fornero tiene in grande considerazione la sua "creatura", che già permetterebbe, "a partire dal 2030 e con la pienezza del sistema contributivo di andare in pensione entro una fascia compresa tra 63 e 70 anni".

Guai, però, a parlare di "soli" 41 anni di contributi per smettere finalmente di lavorare indipendentemente dall'età anagrafica, come richiesto dai sindacati: "Lasciare dopo 41 anni il lavoro vuol dire cancellare un decennio, riportare indietro le lancette dell'orologio.

Non capisco perché una persona stimabile e ragionevole come Landini possa fare una proposta di questo tipo che non tiene conto delle variabili economiche e demografiche. Il Paese ha bisogno che si lavori di più, non di meno".

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