Leggi il settimanale

«Il futuro di Italo? Fare concorrenza agli Intercity»

La società ha avviato le trattative per la riduzione del debito. Entro l'anno il nuovo piano industriale

«Il futuro di Italo? Fare concorrenza agli Intercity»

«Va riconosciuto che Ntv ha avuto molto coraggio» e «ha pagato la difficoltà del passaggio da un regime di monopolio a uno, ancora da perfezionare, di vera concorrenza». Lo dice il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, in un'intervista a La Stampa . Ora «con l'Autorità dei trasporti, dobbiamo lavorare insieme e accelerare nel rafforzare» le condizioni «per una effettiva concorrenza», spiega: «Si tratta di interventi di sistema e non di assistenza del pubblico al privato, elemosina che oltretutto Ntv non chiede».

La società sta avviando le trattative per la ristrutturazione del debito (660 milioni verso le banche più 121 verso i fornitori), dalla quale ci si aspetta un alleggerimento degli oneri finanziari; Intesa Sanpaolo, il gruppo più esposto, è anche azionista al 20% (impressionanti le analogie con la vicenda Alitalia). In questi giorni sono previsti degli incontri tra i soci, mentre un cda formale si terrà non prima di un paio di settimane. Quanto al piano industriale, si sta rimettendo mano a quello che tuttora prevede il pareggio per il 2016; ma il nuovo documento è annunciato entro l'anno. Quasi non ci fosse fretta.

Due sono gli interrogativi che molti si pongono: che errori ha commesso Ntv e quale può essere la ricetta per saltarne fuori. Abbiamo chiesto il parere di un esperto, Marco Ponti, professore di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano. «L'errore principale - osserva - è stato quello di sopravvalutare la liberalizzazione del mercato, che c'è stata solo per l'alta velocità. Ntv ha chiesto più volte, per esempio, l'apertura dei servizi regionali, che non c'è stata. È chiaro che competere con un ex monopolista, grande e a capitale pubblico, in un settore dove il prodotto è pressochè identico è un'impresa difficile».

Oggi Ntv si trova oltretutto a dover risparmiare sui costi senza poter puntare su servizi nuovi e migliori; questo è un vincolo importante perché, come dice Ponti, «se restringono i servizi creano maggiori diseconomie di scala». Una spirale. Quanto al futuro e alla possibile soluzione, secondo lo studioso è difficile pensare sia a un fallimento sia all'arrivo di un azionista straniero; anzi, le Fs hanno tutto l'interesse di mantenere in vita un concorrente, ancorché in situazione critica. E allora? La via indicata da Ponti è originale e rispettosa del mercato, anche se non di breve periodo: «Andrebbe aperta la concorrenza sulle vecchie linee ferroviarie parallele a quelle nuove dell'alta velocità. Dovrebbe essere introdotta la concorrenza anche nel mondo degli Intercity, oggi quasi scomparsi. Quella sì che potrebbe essere un'offerta low cost : potrebbero essere utilizzati treni usati, già ammortizzati, e così pure il costo delle tracce e dell'energia sarebbe molto più basso.

Una grande fetta di pubblico, che oggi è costretta a viaggiare sull'alta velocità, potrebbe accettare di impiegare qualche minuto in più risparmiando sul prezzo del biglietto. Sarebbe concorrenza vera, ma da quest'orecchio le autorità non ci hanno mai sentito». Una ricetta che oggi, invece, appare in sintonia proprio con le parole del ministro Lupi.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica