Economia

Gamestop crolla in Borsa. Ma pure il pil fa flop: -3,5%

Si stringe la morsa, la rivolta dei piccoli trader continua. Stati Uniti mai così male dal 1946

Gamestop crolla in Borsa. Ma pure il pil fa flop: -3,5%

Qualcuno sarà rimasto col classico cerino acceso in mano, altri saranno diventati ricchi, molto ricchi. Con Gamestop, sono queste le regole del gioco. Sempre più pericoloso e spericolato: esploso ieri nel pre-market fino a 500 dollari, un valore superiore a quelli di Apple, Gm e Goldman Sachs e sideralmente lontano dai 40 dollari di inizio settimana, il titolo della catena di videogame ha poi infilato una china discendente durante gli scambi a Wall Street, fino a perdere a un'ora dalla chiusura oltre il 30%, a 240 dollari. Dopo quattro sedute al fulmicotone, con un botto del 130% nella sola giornata di mercoledì, a dare uno stop alla corsa al rialzo alimentata dagli acquisti di due milioni di trader online raggruppati nel forum WallStreetBets e decisi a mettere in ginocchio gli hedge fund più esposti con posizioni short, sono state le restrizioni all'attività di trading su Gamestop imposte da due broker online, Robinhood e Interactive. La prima a mettere dei paletti era stata l'altroieri la società di intermediazione Td Ameritrade.

La morsa sta insomma cominciando a stringersi attorno a chi ha messo nel mirino i potenti fondi speculativi, alcuni dei quali costretti a chiudere il dossier Gamestop con ingenti perdite. Il titolo è del resto diventato merce rara: dopo che negli ultimi tre giorni sono passati di mano 170 milioni di «pezzi», secondo alcune stime il flottante si sarebbe ridotto ora ad appena 73 milioni di azioni. Questa rarefazione della «merce» ha come effetto collaterale una lievitazione dei tassi d'interesse sui titoli prestati, schizzati dal 30% di lunedì scorso a quasi il 140%. Una percentuale tale da scoraggiare chiunque. Sempre che Gamestop non decida, per far cassa, di vendere i propri titoli agli shortisti.

Anche se c'è chi spera nell'arrivo del Settimo cavalleggeri, gli analisti avvertono che la via crucis per gli ex re dello scoperto non è ancora finita. A sentire gli esperti interpellati da Bloomberg, la Sec non emetterà infatti alcun ordine di emergenza e la Fed non cambierà i requisiti di margine. Forse l'intervento sarà limitato a uno o due giorni di sospensione dei titoli finiti sotto i riflettori negli ultimi giorni. Oltre a Gamestop, Amc Entertainment, BlackBerry e Koss, l'elenco potrebbe essere esteso anche ad American Airlines, arrivata a guadagnare ieri il 100% malgrado una pessima trimestrale, e a Nokia, che ha raddoppiato il proprio valore. Ma ogni atto d'imperio potrebbe avere la stessa forza di un cavallo di Frisia contro una formazione di tank Sherman se dilagherà il fenomeno di chi si ribella al potere finanziario combattendolo sul suo stesso terreno.

La guerra che ha la Borsa di New York per trincea si combatte, d'altra parte, mentre l'economia reale è ancora alle prese con la piaga della pandemia. Il Pil del quarto trimestre è cresciuto del 4%, sotto le attese, e l'economia Usa ha subìto una contrazione nel 2020 del -3,5%, il peggior risultato dal 1946. Proprio il Covid, con il suo carico di lutti e posti di lavoro bruciati, avrebbe contribuito ad accrescere la rabbia di Main Street, cioè della gente comune, contro Wall Street. Unendo, con la cosiddetta gamification degli investimenti saldata al livore anti-élite, elettori di destra e di sinistra.

Trump non avrebbe saputo far di meglio.

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