Generali, c'è la lista del cda. I consiglieri restano 13

Al vertice Sironi e Donnet; l'ex presidente Lse Furse e lo startupper Malesci le new entry. Parola a Caltagirone

Generali, c'è la lista del cda. I consiglieri restano 13

Il cda di Generali scopre le carte: pubblica l'elenco propri candidati al rinnovo del board in agenda il 29 aprile e propone di confermare l'attuale composizione dell'organo di governance a 13 consiglieri. La lista del cda conta sul 77% di indipendenti, vanta un'età media di 56,5 anni e conta su una presenza femminile al 54%, anche se nessuna donna è candidata al vertice. Piazza Affari ha apprezzato: Generali ha chiuso la seduta a 17,64 euro (+2,7%). La mossa è un ulteriore passo verso la resa dei conti che contrappone Mediobanca (al 12,84% del capitale e al 17,27% dei diritti di voto) e il socio in uscita De Agostini (all'1,4%) a Francesco Gaetano Caltagirone all'8,04% del capitale).

Oltre alle candidature già note di Philippe Donnet al terzo mandato quale ad, di Andrea Sironi alla presidenza e di Alessia Falsarone e Luisa Torchia, indipendenti cooptate due settimane fa in cda, scenderanno in campo i debuttanti indipendenti Clara Furse (ex presidente del Lse), lo startupper Umberto Malesci e gli ultimi tre candidati in lista Marco Giorgino (esperto di risk management), Sabine Azancot (consulente in strategia tecnologica), e Monica De Virgiliis (esperta di tecnologia). Confermati Clemente Rebecchini, (direttore centrale di Mediobanca), Lorenzo Pellicioli (alla guida di De Agostini), Antonella Mei-Pochtler e Diva Moriani. Non sono presenti i due rappresentanti di Assogestioni in cda (Roberto Perotti e Ines Mazzilli): probabile che l'associazione proponga una propria lista di minoranza entro il 2 aprile. «La lista esprime competenze e professionalità eccellenti a livello internazionale e conferma la validità di un processo di selezione trasparente e capace di rispondere alle esigenze» degli investitori», ha commentato il presidente uscente Gabriele Galateri di Genola. Quanto al futuro il cda ha annunciato di aver «rafforzato la nozione di indipendenza modificando, nella propria normativa interna, la definizione di azionista significativo» e di «influenza significativa esercitata da chi detenga una partecipazione superiore al 3%».

Piazza Affari attende ora le mosse di Caltagirone, dopo che quest'ultimo ha comunicato di avere allo studio la presentazione di una lista per il controllo del Leone. Secondo indiscrezioni di mercato l'imprenditore romano potrebbe schierare alla presidenza Claudio Costamagna, mentre come ad si parla di Flavio Cattaneo e di Diego De Giorgi.

Ormai dovrebbe essere questione di giorni, anche perché Caltagirone, pur potendo contare sull'appoggio di Leonardo Del Vecchio (al 6,62% del capitale) e Fondazione Crt (all'1,713%), avrà necessità di convincere i fondi (al 35,11%), enti e fondazioni (all'8,51%) della bontà del proprio piano industriale, alternativo a quello presentato da Donnet lo scorso dicembre.

Stamattina sarà pubblicato il bilancio 2021 che, secondo il consensus, dovrebbe vedere il Leone tornare ai livelli pre Covid con un utile netto di 2,81 miliardi (da 1,74 miliardi).

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