Economia

Gennaio il mese delle truffe Tariffe telefoniche nel mirino

All’inizio dell’anno aumenta tutto. Così i finti call center provano a frodare i clienti dei grandi gestori

Gennaio il mese delle truffe Tariffe telefoniche nel mirino

Buongiorno signora Rossi. Con l’aumento del 2020 il suo canone mensile telefonico passa da 30 a 40 euro. Lo sapeva? Ma se accetta di passare al nostro gestore costerà come prima». A volte basta un «sì» detto al telefono, altre la paura di dovere pagare caro il nuovo anno che inizia. Gennaio, infatti, è il mese in cui scattano storicamente aumenti tariffari su tutti i fronti: autostrade, luce, gas o la tv. Uno spauracchio che ora viene usato per le truffe telefoniche, sempre più frequenti con il diffondersi dei call center. Così, se è vero che spesso si tratta di operatori seri, incaricati di cercare nuovi clienti, talvolta, anche dietro al nome di grandi aziende si nascondono abusivi con un doppio scopo: rubare soldi o dati personali da rivendere. Non è facile riconoscerli perché il confine tra l’operatore «truffaldino» e quello aggressivo è sottile. «Talvolta, poi - spiega una fonte del settore tlc - il committente può scoprire solo in un secondo tempo di essersi affidato a un operatore poco serio: call center plurimandatari o che in realtà hanno lo scopo di vendere dati sensibili a terzi». Tim, ad esempio, nel tempo ha fatto svariate denunce contro ignoti per cercare di arginare questo fenomeno e ha lanciato una nuova pagina sul proprio sito internet per verificare il codice dell’operatore che sta chiamando e controllare se sia un partner Tim. Le telefonate commerciali dovrebbero essere tutte identificate con il prefisso 0844. Questa regola, tuttavia, prevede un’eccezione (diventata normalità) per i call center incaricati di condurre una «campagna offerte» per una società terza, che possono continuare a utilizzare un numero che inizia per 0 o 3. Numero a parte, è utile sapere come funzionano queste truffe per poterle riconoscere. Una delle tecniche più diffuse, soprattutto in questo periodo dell’anno, è quella di muoversi in due fasi. Nella prima telefonata, l’addetto del call center si finge un operatore della compagnia telefonica della persona chiamata, avvertendo l’utente che a breve aumenterà la bolletta. Lanciato l’amo, scatta la seconda fase della truffa: l’operatore informa che per evitare di pagare di più sarà aiutato a scegliere nuove offerte e a disdire il contratto a cui è legato senza penali. La cosa migliore che possa capitare in questo caso è di avere aderito a un’offerta non così economica. La peggiore, che ottenendo dati personali (iban, indirizzo, nome e cognome) il truffatore possa rubare denaro o accedere ad account on line personali. Un’altra strategia molto diffusa e pericolosa è la «truffa del sì». Il finto operatore fa di tutto per fare pronunciare alla vittima le parole sì o no, ad esempio con domande chiuse come «mi sente?» o «ha ricevuto l’ultimo addebito?». Una volta ottenuto il sì, l’organizzazione criminale alle spalle dell’agente utilizzerà un software di montaggio audio per inserire tale risposta in una conversazione artefatta, ad esempio subito dopo la domanda «vuole iscriversi al servizio? Dica “sì” per autorizzare l’iscrizione telefonica». Insomma, rispondere a un numero sconosciuto può essere un rischio e se sul cellulare si può evitare, sul fisso la trappola è servita. Come difendersi? Diffidare sempre di qualsiasi offerta e comunicazione telefonica non trasparente o troppo buona per essere vera. Le aziende con cui abbiamo già un contratto telefonico hanno già i nostri dati e non vanno verificati o ribaditi mai. Al massimo si può richiamare personalmente l’assistenza clienti dell’azienda in questione per chiedere chiarimenti. Non rispondere mai «sì» alle domande di operatori sospetti, meglio le opzioni «giusto» o «d’accordo».

Se dovessimo confrontarci con un addetto insistente, meglio troncare la telefonata e contattare poi il proprio gestore per verificare che la promozione esista realmente.

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