Economia

Dalla Germania: «Lancia kaputt» Possibile un futuro solo italiano

Nel grande puzzle dei marchi di «SuperFiat» sono due quelli che hanno un futuro incerto: Chrysler e Lancia. Il primo potrebbe essere soppresso nel giro di uno-due anni, a favore di Jeep e Dodge; il secondo, che negli anni si è caratterizzato come marchio glamour del gruppo Fiat, avrebbe invece un avvenire soprattutto italiano, anche se in Germania, proprio ieri, un magazine ne ha recitato il de profundis. Secondo una fonte vicina all’amministratore delegato Sergio Marchionne, scrive Automobilwoche, «il marchio Lancia sarà soppresso a favore di quello Opel». Da Torino non ci sono stati commenti all’indiscrezione. L’argomento è molto delicato e basta una mezza parola per mandare all’aria il duro lavoro di ricostruzione e posizionamento del marchio portato avanti in questi anni dallo staff guidato dal vulcanico Olivier François. Che poi Lancia sia, da tempo, l’anello debole (e possibile agnello sacrificale) della catena torinese è risaputo. E lo stesso valeva nel passato, quando l’ex amministratore delegato di Fiat, Giuseppe Morchio, non aveva nascosto i suoi propositi di disfarsi dello storico marchio torinese che nel 2006 ha festeggiato il centesimo compleanno. Rivalutata da Marchionne e protagonista di buoni risultati, nonostante la gamma si basi da tempo soprattutto su Ypsilon e Musa, a cui si è aggiunta lo scorso anno la nuova Delta, Lancia torna al centro dell’attenzione nei giorni più caldi del risiko automobilistico.
E se in Germania, nella fase cruciale dei negoziati tra Fiat e il governo per Opel, qualcuno può avere interesse ad alzare polveroni sul gruppo italiano, è anche vero che all’interno del Lingotto la discussione su come collocare la casa ultracentenaria è in corso. Il marchio Lancia, sul quale sono stati fatti investimenti non di poco conto per mantenerne alta l’immagine, potrebbe dunque avere un futuro italiano, nel senso che i suoi modelli sarebbero venduti soprattutto nel nostro Paese con uno sbocco in Francia e in Svizzera. Nel 2008, infatti, dei 108mila modelli Lancia venduti, circa 100mila sono quelli finiti sulle strade italiane. La verità è che, nonostante l’impegno profuso in questi anni, all’estero il brand fondato da Vincenzo Lancia ha non poche difficoltà a imporsi e farsi conoscere. Una soluzione, alternativa alla soppressione ipotizzata da Automobilwoche, potrebbe essere quella di creare sinergie all’interno del mega-gruppo italo-tedesco-americano: vendere determinati modelli come Lancia in Italia, e sotto un altro brand (per esempio Saab, che per il magazine si fonderebbe con Chrysler) all’estero.
Solo nei giorni scorsi François, presentando una nuova motorizzazione di Delta, aveva fatto il punto, auspicando il raggiungimento, alla fine dell’anno, dell’1% di quota mercato in Europa e il ritorno al 5% in Italia. Poi, ieri, la doccia fredda dalla Germania, rilanciata da tutte le agenzie, che ha gelato soprattutto i concessionari.

La parola passa a Marchionne.

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