Quel tweet di Lerner e la Consob apre un'inchiesta

Il giallo della notizia uscita prima dell'annuncio ufficiale

Quel tweet di Lerner e la Consob apre un'inchiesta

Buona sera Lerner. «Ciao, che succede?». È per la vendita di La7 a Cairo: l'hai data per fatta con un “tweet“ alle tre del pomeriggio. «La notizia era di dominio pubblico». Beh no, quando l'hai “twittata“ tu non lo era ancora. «Diciamo che sono sicuro che l'avresti data anche tu. No?». Ok, ma ora la Consob ti chiamerà per chiederti chi te l'ha detta. «Allora aspettiamo che mi chiamino. Ciao».
La patata bollente ora, non ce l'ha solo Urbano Cairo tra le mani. Ma anche qualcun altro che dovrà rispondere, all'authority che vigila sulla Borsa, su quelle due ore abbondanti, tra le 15.06 e le 17.20, nelle quali la notizia della cessione di La7 non era ancora stata comunicata al mercato (dove il titolo di Ti Media, che vendeva La7, è quotato, con un flottante del 23%), ma qualcuno invece ne parlava già. In altri termini, con i 9 membri del consiglio d'amministrazione, il direttore generale, il collegio sindacale e qualche advisor, ci saranno state una ventina di persone a conoscenza della notizia prima delle 17.20, quando è stato fatto il comunicato. Mentre altri 473.314 (tanti sono gli azionisti Ti Media iscritti a libro soci) erano all'oscuro e avrebbero potuto utilizzare la notizia come meglio credevano, dal momento che la cessione a Cairo implicava il decadere dell'offerta alternativa dei fondi Clessidra. I quali, come noto, prevedevano il lancio di un'offerta pubblica di acquisto su Ti Media. Mica noccioline. Invece, con Cairo, l'Opa non ci sarà.
Per questo, al tweet di Lerner, reso pubblico alle 15.06 dalla prima agenzia di stampa (TmNews, che tra l'altro è partecipata dalla stessa Ti Media, colorando il tutto di ulteriore giallo) è seguito un rapido crollo dei prezzi in Borsa: le azioni, che stavano sopra i 17 centesimi, sono crollate a 16, per chiudere a 0,1585 euro, il 6,4% in meno dell'ultima chiusura.

La Consob si è mossa subito, cosa che non accade sempre, anche per le modalità eclatanti della fuga di notizie. Persino lo stesso Cairo, quando ancora il comunicato del cda non era stato emesso, ci è cascato, confermando l'acquisto a un cronista di Radio 24.
Naturalmente a rischiare di più non è certo Gad Lerner, che ha solo seguito il suo istinto di giornalista. Né, pare, Urbano Cairo, che ha risposto a un cronista e poteva non sapere che il cda non fosse ancora finito. Il punto è: con chi ha parlato Lerner? O, meglio: chi gli ha dato la notizia riservata? Il faro si accende su quella ventina di persone autorizzate, per motivi professionali, a conoscere la notizia. A cominciare dai membri del cda, dove siedono Severino Salvemini, Davide Rampello, Adriano De Maio, Irene Bignardi, Candido Fois, Piergiorgio Peluso, Lorenzo Gorgoni, Fabio Roversi Monaco e Sergio Ristuccia.
La Consob, dopo aver stabilito chi poteva effettivamente maneggiare l'informazione (che non è vietato, ma a condizione che lo si faccia in maniera funzionale all'esercizio a propria attività professionale) procederà agli accertamenti preliminari: l'ufficio mercati sentirà i protagonisti. E, se rileverà abusi alla normativa sui mercati, aprirà un'istruttoria.

Nell'ambito della quale, se si riscontra un reato, per esempio insider trading, si può inviare il dossier alla procura. Si rischia da un illecito amministrativo, fino a un massimo di sei anni di pena.
Twitter: @emmezak

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