Gm chiude la porta a Fca: «Nessuna fusione in vista»

Il presidente Amman a Torino: «Non vedrò né Elkann né Marchionne. Intese mirate con Ford, Psa e Honda»

Torino«General Motors è concentrata al 100% su un piano che ha obiettivi molto chiari anche per gli anni a venire, siamo un produttore da 10 milioni di veicoli l'anno e abbiamo iniziato il 2015 con target precisi». Calibrando bene le parole e con un gioco di perfetto equilibrio, conscio della delicatezza del tema, il presidente di Gm, Dan Amman, ieri a Torino per il decennale del Centro ingegneristico globale del gruppo (650 addetti e altri 60 in arrivo), ha di fatto pubblicamente chiuso la porta alle avances di Fiat Chrysler Automobiles. Non abbiamo bisogno di fonderci, i nostri conti vanno bene («puntiamo al 20% del ritorno sull'investimento, target rispettato negli ultimi due anni»), proseguiamo per la nostra strada e siamo impegnati a ricostruire il marchio Opel attraverso nuovi prodotti e investimenti: questi, in sintesi, i concetti espressi da Amman in una tavola rotonda incentrata, come logico, sul «no» dell'ad Mary Barra al «corteggiamento» del collega Sergio Marchionne e alla sua proposta di creare, unendo i due gruppi automobilistici, il leader mondiale del settore.

Da Amman nessun problema a dire che nel suo viaggio lampo a Torino «non sono previsti incontri né con Marchionne né con il presidente di Fca, John Elkann». La strategia di Gm, quindi, non andrebbe oltre possibili intese su tecnologie specifiche (nessuno accenno a Fca, comunque), sulla scia di quelle che il colosso di Detroit ha già in corso con Ford, Psa Peugeot-Citroën e Honda.

È bastata comunque questa «apertura» generica ad accordi mirati per ridare slancio al titolo Fca in Piazza Affari, dopo il -3,06% di lunedì scorso. Le azioni hanno così archiviato la seduta di Borsa ritrovando il segno positivo: +3,6% a 14,46 euro. «Le parole di Amman - commenta un analista - rappresentano il chiaro segnale che nel settore c'è fermento» (per Banca Imi target price a 18 euro). Amman conosce bene Marchionne e Fiat, avendo vissuto indirettamente l'assalto, poi risultato vano, dell'ad del Lingotto a Opel. «La casa tedesca - afferma ora da presidente della capogruppo Gm - è sempre stata e continua a essere un nostro tassello fondamentale. È un marchio di valore e di successo. Siamo molto impegnati sul suo rilancio. Nel 2016, inoltre, Opel ritroverà l'utile come da programma».

Secondo Amman, infine, Gm punta a continuare a far parte del terzetto di produttori da oltre 10

milioni di veicoli (con Toyota e Volkswagen) che guidano la classifica mondiale. Bocca stracucita, invece, sulla sanzione record in arrivo dal Dipartimento della giustizia Usa: «In questo momento non possiamo fare commenti».

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