Economia

Golden Goose, 1,2 miliardi per le scarpe da tennis

Carlyle cede il marchio veneziano a Permira E in due anni realizza una maxi plusvalenza

Golden Goose, 1,2 miliardi per le scarpe da tennis

Staffetta nei brand più amati dai piedi delle star. L'oca d'oro delle sneaker di lusso, Golden Goose, mette le ali per uscire dal controllo del fondo Carlyle, di cui è managing director Marco De Benedetti, ed entrare nel portafoglio di Permira. Al contempo, secondo le indiscrezioni di mercato, Permira sarebbe vicina a cedere gli iconici stivaletti inglesi Dr. Martens proprio a Carlyle.

Per le sneaker di Golden Goose, scarpe che un tempo si definivano «da tennis» e che oggi sono in vendita a più di 400 euro (i soli lacci con stampa personalizzata sono venduti a 50 euro), si parla di una valutazione di 1,28 miliardi pari a 15 volte il margine operativo lordo (83 milioni nel 2019 che, a fine anno, dovrebbero salire a 100). Un multiplo non certo a sconto, ma d'altro canto si tratta di scarpe «superstar» amate tra gli altri da Taylor Swift, Jude Law e Gwyneth Paltrow. Il brand è nato nel 2000 a Venezia dall'idea di due designer, Francesca Rinaldo e Alessandro Gallo che volevano puntare sulla «perfetta imperfezione» tipica della produzione artigianale. In vent'anni dalla fondazione Golden Goose ha raggiunto un giro d'affari di 260 milioni (dai 186 milioni del 2018) di cui la gran parte (80% circa) generati oltre confine grazie a una proposta di total look venduta da una rete di 100 negozi a gestione diretta e ai canali on line.

Quello annunciato ieri è per Golden Goose Deluxe Brand il terzo passaggio di mano nel giro di cinque anni. Un arco di tempo relativamente breve in cui le valutazioni sono decollate. Nel 2015 il controllo della società era stato acquisito dal fondo Ergon Capital Partners III con una valutazione di 100 milioni (dopo che la società aveva chiuso l'esercizio precedente con 48 milioni di ricavi e un mol di 10 milioni), Zignago Holding, i fondatori e il management mantenevano tuttavia una quota di minoranza. Tempo due anni e, nel febbraio del 2017, la società veneziana era stata rilevata dal fondo Carlyle a fronte di una valutazione di 430 milioni (all'epoca il brand fatturava 140 milioni). Anche in quell'occasione Permira si era fatto avanti senza tuttavia arrivare al traguardo.

Ieri Permira è riuscito a battere la concorrenza del private equity Advent acquisendo il controllo del gruppo.

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