Google sbarra la strada a Enel che reagisce chiamando in causa l'Antitrust. E il Garante della concorrenza avvia un'istruttoria sul colosso Usa per abuso di posizione dominante. Cosa c'entra il motore di ricerca più potente del mondo con l'ex-monopolista italiano dell'energia elettrica? Google non ha integrato nel sistema Android Auto l'app «Enel X Recharge», sviluppata da Enel per fornire agli utenti informazioni e servizi per la ricarica delle batterie delle auto elettriche.
Gli utenti in questione sarebbero al momento circa 7mila (ossia praticamente tutti quelli che possiedono un'auto elettrica in Italia), un'inezia per entrambe le società, ma dato che il mercato dell'auto elettrica è previsto in sicura e veloce crescita è indubbio che sollevare la questione prima che qualcun altro possa occupare preziose quote di mercato ha certamente senso. Anche perchè il mercato delle app per trovare e caricare con addebito su carta di credito le colonnine per le auto elettriche è in grande fermento con parecchi player in circolazione. Come Plugsurfing ad esempio, che ha migliaia di colonnine in nord Europa e poche in Italia, ma che sta trattando proprio con Enel X l'accesso alla sua rete.
La questione è quindi importante e quindi l'Autorità per la Concorrenza ha aperto un'indagine, che si concluderà a fine maggio, per presunto abuso di posizione dominante nel mercato riguardante il sistema operativo più usato sui cellulari ossia Android. La app messa sotto accusa infatti si basa proprio sul sistema operativo che, oltre ad essere leader nell'ambito degli smartphone, viene anche messo sulle auto per essere utilizzato mediante il cruscotto digitale delle vetture. Android Auto è dunque una delle piattaforme di riferimento del mercato per impiegare le app e le funzionalità dei dispositivi Android durante la guida.
«Pertanto, l'esclusione della app Enel X Recharge da Android Auto riduce la fruibilità di tale app e limita le possibilità degli utenti di sfruttarne le utilità, tra cui la prenotazione delle colonnine di ricarica», ha scritto l'Antitrust. E questo sarebbe a vantaggio del suo Google Maps «che offre una vasta gamma di servizi agli utenti finali, tra cui anche informazioni sulla localizzazione delle colonnine per la ricarica delle auto elettriche e indicazioni su come raggiungerle». Inoltre, «rappresenta un punto di accesso agli utenti finali nonché al flusso di dati generato dalle attività degli stessi».
L'Autorità ha anche svolto una serie di ispezioni in alcune sedi delle società insieme al nucleo speciale della Guardia di Finanza.
Il gigante californiano si difende dalle accuse replicando che «Android Auto è progettato pensando alla sicurezza, per ridurre al minimo le distrazioni e garantire che le app possano essere utilizzate in modo sicuro durante la guida. Stiamo studiando il provvedimento per collaborare con le autorità per risolvere le loro preoccupazioni».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.