Grecia, la Germania tira il freno sull'intesa

La Bild: «Lite al telefono tra Merkel e Tsipras. La Cancelliera vuole concedere solo un prestito ponte». Ma Berlino smentisce

Nel continuo oscillare di indiscrezioni e successive smentite, resta difficile da decifrare la posizione della Germania sull'accordo sul terzo piano di salvataggio della Grecia, sottoscritto lunedì scorso da Atene e dalla Troika. Ufficialmente, Berlino intende sollevare all'Eurogruppo in agenda domani alcune «questioni» in merito all'intesa, ma già martedì prossimo il pacchetto di aiuti da 85 miliardi circa potrebbe essere sottoposto al voto del Bundestag. Ciò lascerebbe intendere che le perplessità tedesche, che non mancano, non sono tali da poter prevedere una bocciatura del memorandum.

Ben meno rassicurante, però, è l'atmosfera descritta dalla Bild . Che racconta di una tempestosa telefonata, contrappuntata anche da urla, tra la Cancelliera Angela Merkel e il premier ellenico, Alexis Tsipras, nella notte di mercoledì. «Meglio un prestito ponte, poi gli aiuti» avrebbe detto la Merkel. È la soluzione più volte prospettata dal ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, e giustificata dalla mancanza di informazioni sufficienti sui contenuti dell'agreement. La stessa Bild , citando alcune fonti comunitarie e un'analisi del dicastero guidato da Schaeuble, spiega che Berlino vuole sapere se il Fondo monetario internazionale è d'accordo con tutti i termini del salvataggio, se Atene è in grado di assicurare la sostenibilità del proprio debito e se i fondi possono partire con le privatizzazioni al più presto e rilevare le banche greche. Molta carne al fuoco, insomma. Con l'interrogativo sulla posizione dell'Fmi che rischia di restare irrisolto fino al prossimo autunno. «Non c'è stata nessuna telefonata calda», ha poi precisato il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, secondo cui l'intesa sulle riforme tra la Grecia e i creditori internazionali è «un risultato sostanziale» che va «nella giusta direzione».

«Malgrado gli ostacoli che qualcuno vuole mettere sulla nostra strada l'accordo si farà», ha detto Tsipras alla vigilia del voto del Parlamento greco. L'ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, è decisamente meno ottimista: «Il piano non funzionerà, è basato su un debito insostenibile».

Nel memorandum, che dovrebbe portare al versamento di una prima tranche da 25 miliardi entro il 20 agosto (data in cui Atene deve rimborsare alla Bce 3,2 miliardi), si prevedono, tra l'altro, le privatizzazioni di porti, aeroporti e rete elettrica per un totale di 6,4 miliardi di euro entro il 2017. Le banche potrebbero però ricevere i primi 10 miliardi destinati alla ricapitalizzazione solo una volta terminati gli stress test della Bce, alla fine di ottobre.

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