È un buco da 1,5 miliardi di euro quello che di fatto si apre oggi nei conti della Grecia, dopo una sentenza pesante del consiglio di Stato, secondo cui il taglio delle pensioni avvenuto nel 2012 era non solo anticostituzionale, ma pure contrario alla Convenzione europea sui diritti dell'uomo.
La mossa era stata decisa dal governo, pensata in un più ampio pacchetto di salvataggio per Atene, ma secondo la sentenza emanata oggi si dovranno ora ripristinare le pensioni ai livelli di tre anni fa. Se il governo troverà i soldi bene. se non li troverà dovrà agire in deroga alla clausola di deficit zero votata nello stesso anno.
La sentenza non avrà valore retroattivo e i tagli decisi dopo il 2010 e prima del 2011 erano inoltre legali. Ciò non toglie che il governo dovrà trovare i fondi per coprire l'adeguamento dei livelli pensionistici da oggi in poi.
Mentre dal consiglio di Stato arrivava la sentenza, il premier greco Alexis Tsipras si preparava per incontrare a Bruxelles il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker. Entro fine mese Atene dovrà versare 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale e il secondo programma di aiuti scade a fine giugno.
"La gente sta diventando impaziente - ha concesso il presidente della Commissione -.
Io sono solo un essere umano e condivido la loro impazienza". Poi una metafora in tedesco: "Dobbiamo tirare la mucca fuori dal ghiaccio, ma si scivola molto. E noi stiamo ancora provando a spingere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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