Per guidare la superbanca arriva il «luissino» Messina

Per guidare la superbanca arriva il «luissino» Messina

Salvo sorprese, Carlo Messina sarà il primo «luissino» alla guida di una grande banca milanese. A Intesa Sanpaolo Marco Morelli, altro ex della Luiss (l'ateneo confindustriale), si era fermato alla direzione generale senza spiccare il balzo per volontà di Giovanni Bazoli che gli preferì Enrico Tomaso Cucchiani. E anche questa volta è il Professore a scegliere, puntando su un manager di 51 anni che fu lui stesso a volere all'Ambroveneto nel 1995, lo stesso anno nel quale «ingaggiò» Corrado Passera la prima volta. Il giovane manager, esperto di contabilità, veniva dalla Bnl.
La vera svolta arriva nel 2002 con il ritorno di Passera alla guida di Intesa, che aveva da poco inglobato la Comit. In pochi anni giunse a capo del controllo dei rischi e nel 2008 fu nominato direttore finanziario.
Carlo Messina è manager operativo, vero uomo-macchina. A Intesa non c'è nessuno come lui in grado di leggere un bilancio. Tant'è vero che nei roadshow a Londra e a New York spesso Passera gli ha delegato l'esposizione dei fondamentali dell'istituto agli analisti anche perché (ma non è il caso dell'ex ministro) è uno dei pochi banchieri italiani a parlare fluentemente inglese.
Serio e riservato, Carlo Messina non ha mai cercato appoggi «politici» esterni: i suoi punti di riferimento sono Giovanni Bazoli e, di conseguenza, il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti. La sua «promozione» a direttore generale nel 2012 e quella del giugno scorso a capo della Banca dei Territori hanno una chiara matrice «bazoliana» giacché il Professore ha voluto che il manager interno affiancasse l'esterno Cucchiani. La scelta di Messina è espressione della predominanza di Milano su Torino in Intesa e della volontà di Bazoli di avere a fianco un dirigente di fiducia che non ecceda in personalismi. Non a caso l'ex Ceo aveva legato col presidente della Compagnia di San Paolo, Sergio Chiamparino.
Il problema di Messina sarà lo stesso di Federico Ghizzoni quando prese il comando di Unicredit: confrontarsi con il mondo della «finanza di relazione» che finora ha frequentato poco (chi lo conosce afferma che, pur essendo romano, non ha mai incontrato Francesco Gaetano Caltagirone).

Ecco perché è lecito pensare che nella Intesa dell'immediato futuro tornerà ad avere quel ruolo di primaria importanza - che Cucchiani aveva improvvidamente ridimensionato - il direttore generale e capo di Banca Imi, Gaetano Micciché, banchiere di sistema e artefice dei successi del ramo corporate di Ca' de Sass.

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