Hertz, salta accordo con i creditori: dichiarata bancarotta in Usa e Canada

Il colosso dell'autonoleggio Hertz è la prima vittima eccellente della pandemia di coronavirus. Dopo un mancato pagamento di 400 milioni di dollari arriva la richiesta

Hertz, salta accordo con i creditori: dichiarata bancarotta in Usa e Canada

Comincia a farsi sentire a livello mondiale la profonda crisi economica che sta toccando ogni settore. Tra le vittime illustri anche il colosso dell’autonoleggio Hertz Global Holdings Inc, con sede in Florida, che ha accumulato oltre 18 miliardi di dollari di debito e che conta circa 38.000 dipendenti in tutto il mondo.

La società ha presentato istanza di fallimento dopo il mancato accordo con i principali istituti di credito. L'azienda, che gestisce anche i marchi Dollar e Thrify, aveva cercato un accordo con i creditori per le rilevanti perdite dovute ai mancati noleggi e al crollo del prezzo delle auto usate che ha fatto precipitare il valore della sua flotta. I creditori però, avevano chiesto un risarcimento anticipato alla società in cambio di un’ulteriore estensione delle linee di credito, ma le parti non sono giunte ad un accordo. Così, come aveva anticipato il Wall Street Journal, Hertz ha avviato le pratiche burocratiche per la richiesta del Chapter 11, cioè la procedura prevista dal capitolo 11 del Bankruptcy Code statunitense che equivale alla nostra legge fallimentare. L'operazione è finalizzata alla soluzione della crisi dell'impresa attraverso un piano di riorganizzazione.

Dopo le indiscrezioni rilasciate dal Wall Street Journal, il titolo in Borsa è precipitato perdendo il 43,66% nella sola giornata di venerdì.

Nonostante l’inizio dell’anno la società era partita con un +6% il coronavirus ha dato il colpo di grazia alla sua situazione che in ogni caso non era rosea. I quasi 19 miliardi del suo debito sono composti da 4,3 miliardi di dollari di obbligazioni e prestiti aziendali e da oltre 14 miliardi di debiti garantiti presso speciali filiali di finanziamento.

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