Nonostante la proroga dei termini per accedere al Superbonus 110%, almeno per quanto concerne le villette, pare proprio che tale incentivo si stia avviando sul viale del tramonto. La proroga del beneficio (dal 30 giugno fino al prossimo 30 settembre) è stata inserita all'interno del decreto Aiuti, manovra da 14 miliardi di euro approvata lo scorso 2 maggio dal Consiglio dei ministri.
Le dichiarazioni rilasciate da Mario Draghi nel corso del suo intervento all’assemblea plenaria del Parlamento Ue lasciano tuttavia intendere che l'incentivo non goda di grande stima all'interno dell'esecutivo, quantomeno per una larga maggioranza dello stesso. "Non siamo d’accordo col superbonus al 110%", ha spiegato a Strasburgo l'ex governatore della Banca centrale europea. Alla base di tale sfiducia pare esserci l'aumento dei costi. "I prezzi necessari per le ristrutturazioni sono più che triplicati, perché il Superbonus 110% toglie l’incentivo a trattare sul prezzo", ha specificato il premier.
Ciò nonostante, tuttavia, è arrivata la proroga dei termini di scadenza per le villette. "Le cose vanno avanti", ha detto Draghi, "il governo ha fatto quel che poteva e il nostro ministro dell’Ambiente è molto bravo". Il triplicare dei costi di ristrutturazione e di efficientamento energetico ha però generato una certa sfiducia in alcuni partiti che supportano l'esecutivo, lasciando delle profonde crepe. Altro elemento in grado di creare distanze tra le forze di governo è la questione relativa alla cessione del credito.
Un esempio su tutti è la posizione del Movimento CinqueStelle, soddisfatto per la proroga ma profondamente amareggiato per l'incertezza sulla cessione dei crediti. "Lo stop and go del governo sta soffocando migliaia di imprese, alle prese con l’impossibilità di riscuotere crediti per lavori già completati da tempo e per i quali hanno già pagato tasse stipendi e contributi", hanno dichiarato infatti i pentastellati Luca Sut, Antonio Federico, Patrizia Terzoni e Riccardo Fraccaro. Punto focale della questione è la cosiddetta "quarta cessione", che risulta compresa all'interno del decreto Bollette ma non viene ritenuta congrua. Le banche, infatti, continuano a respingere nuovi crediti fiscali per l'avvenuto raggiungimento della soglia massima. Ecco perché si attendono ora delle ulteriori modifiche, in primis quella relativa a una quarta cessione del credito semplificata.
L'affondo di Draghi contro il Superbonus ha suscitato le ire del M5S. Il fatto che l'ex governatore della BcE sia contro l'incentivo non ha sorpreso più di tanto il deputato Riccardo Fraccaro."Lo avevamo già dedotto dai continui blocchi e dalle modifiche apportate alla misura nei mesi scorsi che di fatto hanno rischiato di renderla inutilizzabile", ha spiegato il grillino.
"Vorrei ricordare al nostro presidente del Consiglio che il Superbonus è espressione della volontà parlamentare di tutte le forze politiche, e per questo, anche se il suo giudizio personale è negativo, non può boicottare una misura che peraltro in più occasioni ha ricevuto lodi dalla stessa Unione europea", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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