I bond portoghesi al 13% dicono che l’eurocrisi non è finita con Atene

I mercati sono certi che il prossimo candidato al salvataggio sarà il Portogallo. Ma il premier Coelho assicura: non ci sarà alcuna ristrutturazione del debito come è accaduto in Grecia

I bond portoghesi al 13%  dicono che l’eurocrisi  non è finita con Atene

Mentre l’Europa si prepara a concedere 95 miliardi di euro di nuovi aiuti alla Grecia, bussa alla porta del “pronto soccorso” un altro malato grave, il Portogallo. In effetti, fra tante buone notizie – la Grecia non uscirà dall’euro e non dichiarerà fallimento il 20 di marzo, e i rendimenti dei titoli pubblici decennali di Italia e Spagna sono scesi sotto il 5% - c’è anche una cattiva notizia, che viene da Lisbona: i titoli pubblici lusitani a dieci anni rendono ancora oltre il 13%.

È vero che avevano toccato il livello record di oltre il 18% alla fine di gennaio, ma si tratta ancora di livelli insopportabili per le fragilissime finanze pubbliche portoghesi. Stesso discorso per i titoli biennali: avevano toccato il 21% alla fine di gennaio, ora sono al 12,50%. Evidentemente, sono ancora troppo alti, per quanto la Banca centrale europea abbia ripreso a comprare bond portoghesi dopo la pausa di due settimane nel programma di acquisti di titoli pubblici dei Paesi euro in difficoltà. Lisbona viene vista dai mercati come la prossima candidata alla ristrutturazione del debito, dopo Atene. I titoli pubblici portoghesi hanno il rating “junk”, spazzatura.

Ma, al contrario del primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, il premier Pedro Passos Coelho ha assicurato che il governo portoghese non abbandonerà gli obiettivi di riduzione del deficit di bilancio allo scopo di rendere meno pesante la recessione. "La Spagna ha maggiori spazi di manovra – ha spiegato Coelho – mentre noi non possiamo fallire". Fra tagli di spesa e aumenti di tasse, il governo di Lisbona vuole raggiungere un rapporto deficit-Pil del 4,5% quest’anno, per poi arrivare nel 2013 al limite europeo del 3%. Nel 2010, il deficit di bilancio portoghese aveva raggiunto il 9,8% del Pil. I target di bilancio rappresentano quasi una “missione impossibile” per il governo guidato da Coelho.

Secondo le previsioni della Commissione europea, Il Pil portoghese farà segnare quest’anno una contrazione del 3%; e il tasso di disoccupazione ha già raggiunto il 14%, la cifra peggiore dal 1998. Quella portoghese è l’economia più povera d’Europa. Ma Coelho sfoggia ugualmente una certa sicurezza: "Non vedo la possibilità – ha detto - che il mio governo possa richiedere una ristrutturazione del debito", come ha fatto la Grecia.

Una posizione molto decisa, che però cozza contro la percezione degli operatori. Se i mercati dovessero scommettere ancora una volta contro un Paese dell’Eurozona, il piccolo Portogallo è in testa alla lista dei candidati.

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