Economia

I Pir pronti alla maratona da 70 miliardi in 5 anni

Alzate le stime di raccolta. Benefici per le aziende del made in Italy e per i piccoli risparmiatori

Ennio Montagnani

Sta per concludersi con un clamoroso successo il primo anno per i Piani individuali di risparmio («Pir»). Stando ai dati ufficiali presentati da Assogestioni, i flussi da inizio anno al 30 settembre scorso hanno infatti superato i 7,5 miliardi di euro e la soglia dei 10 miliardi a fine anno sembra alla portata. Alcuni analisti, come quelli di Equita, stimano già 11 miliardi di raccolta.

Non deve, quindi, sbalordire che le ultime previsioni parlino di flussi verso i Pir fino a 70 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Anche perché, ai punti di forza che ne hanno decretato l'affermazione (i vantaggi fiscali e il collegamento del risparmi con l'economia reale italiana), dal 2018 si potranno aggiungere due nuovi elementi di supporto: l'età del titolare del Pir e gli investimenti nel settore immobiliare.

Secondo le recenti linee guida del ministero dell'Economia (Mef), i titolari dei Pir possono essere anche minorenni. Si tratta di una apertura importante perché consente un'interessante pianificazione fiscale familiare dal momento che sia la soglia massima annua per l'esenzione fiscale (30mila euro) che quella complessiva (150mila euro) potranno essere moltiplicate per il numero dei figli ampliando le potenzialità di risparmio a medio lungo termine. Per esempio, se un nucleo familiare fosse composto da 3 figli, i genitori potrebbero intestare a ciascuno di loro un Pir ed effettuare versamenti da 900 euro al mese (300 per ogni figlio) per 18 anni (per un totale di 194.400 euro) oppure, se la famiglia avesse un gruzzoletto da parte di 45 mila euro, potrebbe decidere di ripartire tra i tre Pir dei figli beneficiando in pieno dei vantaggi fiscali. Inoltre, l'ampia flessibilità dei versamenti nei Pir (è possibile effettuare un versamento importante in unica soluzione, tanti versamenti frazionati nel tempo, ma anche un mix di queste due opzioni) consente di sfruttare le correzioni di mercato per investire a prezzi più vantaggiosi educando, al contempo, i minori all'impiego del risparmio a medio lungo termine per dare modo di incassare i frutti dell'investimento.

Il secondo elemento di supporto ai Pir per il 2018 è invece rappresentato dalla possibilità, annunciata nella legge di bilancio 2018 (in via di approvazione in Parlamento), di ampliare l'universo di investimento al settore immobiliare. Si tratta, anche in questo caso, di una opzione di assoluto rilievo sia per i gestori dei Pir (che potrebbero trovare interessante l'investimento in fondi e partecipazioni immobiliari, ideali per un investimento di medio lungo termine) e sia per il settore real estate italiano che, dopo la profonda crisi del 2008 -2009, stenta ancora a ritrovare un punto da cui ripartire. In ogni caso, a prescindere dalla spinta che potranno esercitare i minori e il settore immobiliare, i plus dei Pir che hanno attratto i risparmiatori italiani continueranno ad esercitare il loro richiamo.

Stiamo parlando, in primis, dei vantaggi fiscali studiati ad hoc per i Pir e, in particolare alla disposizione che prevede l'esenzione delle imposte sia sulle plusvalenze (capital gain dei titoli in portafoglio) e sia sui rendimenti (sulle cedole e i dividendi) per chi li sottoscrive e li mantiene in portafoglio per almeno cinque anni. Senza dimenticare poi il fatto che il Pir è esente dall'imposta di successione. Le norme prescrivono inoltre che i Pir possano essere intestati solo a persone fisiche residenti in Italia con un investimento massimo annuo di 30 mila euro ovvero di 150 mila euro complessivi.

Ma quanto investire e quale prodotto scegliere? Ormai, a 11 mesi dal loro debutto sul mercato, tutte le grandi case d'investimento, i grandi network di consulenza e le compagnie di assicurazione (i Pir possono essere inclusi in specifiche polizze vita) mettono a disposizione dei clienti prodotti che rispettano la normativa Pir. Il risparmiatore, però, dovrebbe rivolgersi a un promotore capace di garantirgli una consulenza di qualità, in grado di assicurargli una soluzione complessiva (che comprenda cioè sia l'aspetto finanziario che quello previdenziale e quello fiscale) all'interno della quale collocare in modo adeguato l'investimento nei Pir. Una soluzione in cui siano chiari i costi che dovrà sostenere, il servizio che riceverà, il supporto nel tempo per adeguare l'investimento alle mutate condizioni familiari o di mercato.

E, soprattutto, un servizio capace di assicurare la reperibilità del consulente di fiducia nei momenti critici durante i quali è più facile che il risparmiatore possa prendere decisioni che spesso compromettono gli obiettivi della strategia di portafoglio.

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