Economia

I ricchi cinesi preferiscono fare shopping nel nostro Paese, per evitare le supertasse

Il lusso brilla in Italia e ringrazia la Cina. Il boom dei ricavi delle boutique nel nostro Paese si deve infatti soprattutto allo shopping dei turisti cinesi, che acquistano volentieri in via Montenapoleone o a Capri, non solo per l'atmosfera, ma anche perchè risparmiano: in Cina il made in Italy può arrivare a costare quasi il doppio, colpa dei dazi e delle tasse sui beni di lusso importati vigenti nella Repubblica popolare. E visto che ormai i confini non sono più un ostacolo - secondo Kpmg, lo scorso anno il 71% dei membri della classe media cinese ha fatto almeno un viaggio all'estero, e la percentuale è destinata ad aumentare - , perchè non unire l'utile al dilettevole?
Così, le vendite dei grandi marchi nel nostro Paese crescono significativamente, in controtendenza rispetto alla gelata dei consumi. Alla vigilia della settimana della moda, la conferma è arrivata da Prada, che ha comunicato i risultati preliminari in attesa del cda di aprile: nel 2012 le vendite sono aumentate del 29% a quota 3,3 miliardi di euro, con un significativo +19% segnato dall'Italia. Che ha dato così il suo contributo alla crescita maggiore registrata dalla griffe, quella del mercato europeo (+36%): in seconda posizione Asia Pacifico (+33%), seguita dall'America (+23%), mentre il Giappone ha segnato una crescita del 14 per cento.
«In un anno caratterizzato da un contesto economico internazionale particolarmente difficile, il nostro gruppo ha fatto ulteriori importanti progressi nel suo cammino di crescita, consolidando la sua posizione di testa nel settore dei beni di lusso» commenta un soddisfatto Patrizio Bertelli, ad della maison milanese. Tra l'altro, fa notare che «nonostante la decisione di ridurre drasticamente le vendite a saldo nelle ultime settimane dell'esercizio, la crescita a cambi costanti nel quarto trimestre è stata pari al 14%»: una dimostrazione in più, se mai fosse necessaria, che il boom dei ricavi viene soprattutto dai «nuovi ricchi» dei Paesi emergenti, dove la parola saldo è sconosciuta.
Tanto che un'altra griffe prestigiosa, Salvatore Ferragamo, che nei giorni scorsi ha superato le attese del mercato con una crescita del 17% dei ricavi, ma addirittura del 21% in Europa, ha da poco annunciato l'intenzione di aumentare i prezzi nelle boutique in Italia e in tutta Europa, proprio per sfruttare il boom di acquisti da parte dei clienti asiatici.
E ieri è stato il giorno di Prada, che, pur essendo quotata a Hong Kong, ha fatto brillare di riflesso tutto il settore del lusso a Piazza Affari: Ferragamo è salita del 3,65%, Tod's del 5,39% e Luxottica dell'1,54 per cento.
Anche gli italiani, comunque, non vogliono rinunciare al lusso, orgoglio nazionale: ma preferiscono risparmiare tempo e denaro, comprando online.

Lo dimostra Yoox, il portale dell'e-commerce di moda e design ideato da Federico Marchetti, che ha chiuso il 2012 con ricavi in crescita del 29% e un inaspettato aumento proprio delle vendite in Italia: +2,4% che ha raggiunto +12% nel periodo natalizio.

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