Coronavirus

I tre scenari economici con il virus: ecco cosa può succedere

L’economia mondiale non crescerà del 2,5% come previsto, colpa del virus cinese. Ma ecco cosa si può fare per evitare l’ipotesi peggiore: la pandemia

I tre scenari economici con il virus: ecco cosa può succedere

Tre scenari. Tre analisi che potrebbero tracciare la mappa dell’epidemia da un punto di vista economico. Un’indagine che intreccia dati matematici e numeri provenienti dai mercati. Gli esperti di McKinsey hanno realizzato uno studio sull’evolversi del coronavirus nel mondo. La situazione è seria. Solo per citare qualche dato: la vendita di auto nel Paese del Dragone è crollata del 90% e la capacità di movimento dei Tir è dimezzata. Le Borse di mezzo mondo sprofondano e l’altra metà del cielo prega che non verrà colpita da questo virus maledetto.

McKinsey ha elaborato tre possibili scenari di sviluppo economico. Il primo è il più indulgente. E più roseo. Riguarda un recupero veloce dell’economia. Il tutto sarebbe possibile grazie alla conferma del tasso di mortalità (non molto alto) e di trasmissione nella popolazione. Combinato con un forte servizio pubblico sanitario (che resista al collasso) e altre misure che prevedono una durata limitata della chiusura delle attività economiche. Nonostante una contrazione della domanda, quest’ultima risulta localizzata in termini di spazi e di tempi. Questo scenario prevede che il recupero della Cina, compresa la regione di Hubei, sia completo agli inizi del secondo trimestre e sia registrato un rimbalzo veloce nella domanda interna.

A quel punto Stati Uniti ed Europa continueranno a rallentare fino alla fine del primo trimestre. In tal caso il Pil mondiale nel 2020 dovrebbe crescere del 2% e non del 2,5% come previsto prima che l’epidemia scoppiasse. Il secondo scenario è di rallentamento più consistente. I Paesi che faticano a replicare forti misure di sanità pubblica come stanno facendo in Cina e in Italia, contribuendo alla crescita dei contagi. Nonostante ciò, la reazione socioeconomica resta localizzata grazie a forti contromisure che vengono prese. Vengono osservati grandi cambiamenti di abitudini a livello quotidiano e alcuni settori vengono colpiti in maniera forte.

Alla fine, l’allargamento del virus rallenta grazie alla stagionalità. Intanto anche in questo caso è previsto che la Cina al completo si riprenda entro l’inizio del secondo trimestre, mentre Europa ed Usa continuano a rallentare fino alla metà del periodo aprile-giugno. Alcuni settori saranno più colpiti di altri, fra i quali i trasporti e il turismo. Questi risentiranno profondamente della perdita degli introiti stagionali. L’economia recupera alla fine del secondo trimestre del 2020, ma il Pil globale vede la crescita rallentare dal 2,5% all’1-1,5%.

Il terzo scenario, quello più complesso, è di pandemia globale. Un disastro. In questo quadro emerge un generalizzato ampliamento del Covid-19 che non è influenzato dalla stagionalità (fattore su cui la scienza al momento non sa dare una risposta univoca). L’economia sperimenta uno shock della domanda che dura per la maggior parte dell’anno. In questo caso la Cina riesce a recuperare il terreno perso entro il terzo trimestre, mentre Stati Uniti ed Europa vivono una generale reazione. Ma il mondo andrà in recessione e la fiducia dei consumatori non riprenderà prima del terzo trimestre. La crescita mondiale passerà da attese del +2,5% a un range compreso fra il -0,5% e il +0,5%.

Un massacro economico e sociale che speriamo non si concretizzi.

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