Ilva, si infiamma la protesta nello stabilimento di Genova

I lavoratori vogliono incontrare la Guidi Le divisioni nella Cgil

La protesta dei lavoratori dell'Ilva di Genova porta al blocco dello stabilimento e sotto la Lanterna arrivano anche gli echi della protesta dei lavoratori dell'Eni di Gela che stamani hanno bloccato l'ingresso della raffineria. Dopo una lunga giornata in piazza con lo stop degli impianti dello stabilimento e il blocco di via Cornigliano, con annesso il piccolo «giallo» dell'occupazione dell'impianto, i lavoratori sono pronti per tornare in fabbrica e passarci la notte anche come risposta all'azienda che aveva annunciato che la fabbrica non era occupata. Per domani l'appuntamento è alle sette con una nuova assemblea dove verranno decise le prossime azioni. La giornata è stata caratterizzata dal silenzio da parte del governo dopo l'invio formale della convocazione dell'incontro per discutere dell'accordo di programma fissato per il 4 febbraio. «Nella lettera però non si fa menzione alla presenza del ministro Guidi - hanno detto Fiom e Failms - e viene riproposto lo stesso incontro che abbiamo avuto a Genova. Questo non ci basta». Verso sera le indiscrezioni sono una doccia fredda: «Le nostre fonti presso il Mise ci hanno confermato che il ministro Guidi non parteciperà all'incontro del 4 febbraio - ha detto Armando Palombo, rsu Fiom - perchè il governo dice che l'accordo di programma dell'Ilva scade a giugno di quest'anno: decadrà non appena il gruppo sarà venduto». Per il governatore Toti e l'assessore allo Sviluppo economico Rixi «la richiesta di Fiom e Failms sulla presenza di un rappresentante del governo per dare sicurezza e certezza a tutti, dagli enti locali ai lavoratori» è da sostenere.

E mentre la preoccupazione tra i 1635 lavoratori sale, si consuma la frattura tra sindacati. Fim e Uilm hanno attaccato i metalmeccanici della Cgil polemizzando sull'occupazione della fabbrica e su presunte «intimidazioni ai lavoratori».

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