Indesit migliora il piano di «salvaguardia», ribadendo il ruolo centrale dell'Italia: più investimenti e meno esuberi. Tuttavia, le parti raccolte a Roma (sindacati e istituzioni) hanno rinviato il dossier al 14 ottobre tra accoglimenti e critiche lasciando in sospeso punti chiave da definire nelle prossime settimane. Al tavolo, l'azienda guidata da Marco Milani ha alzato l'asticella degli investimenti da 70 a 78 milioni, annunciando che non verrà chiuso il polo marchigiano di Melano. Quanto ai 1.400 esuberi inizialmente previsti, Indesit ha proposto di ridurli di 126 unità e di «riassorbire, in quattro anni, i 150 impiegati degli uffici».
Inoltre, nel periodo, circa 330 lavoratori matureranno i requisiti per la pensione. Per quelli in esubero, si ricorrerà a strumenti come la cassa integrazione straordinaria e i contratti di solidarietà per un periodo tale da poter beneficiare dell'incremento dei volumi generato dagli investimenti e dal miglioramento del mercato. «L'impatto sociale del piano potrebbe attenuarsi nel tempo - ha spiegato l'azienda - parallelamente all'eventuale ripresa del mercato». Ed è proprio su questo punto che Indesit è stata «rimandata» a ottobre. Il governo ha chiesto di basare il piano degli esuberi non sui volumi attuali, ma sulle previsioni di piano al lordo degli investimenti.
Indesit, il piano appeso ai contratti di sviluppoIl tavolo con istituzioni e sindacati
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