Economia

Industria, la produzione arranca: nel 2019 giù dell'1,2%

A giugno la flessione dell’industria è dello 0,2%, mentre nel secondo trimestre dell'anno è dello 0,7%. Il Codacons: "Dati preoccupanti, consumi in stallo"

Industria, la produzione arranca: nel 2019 giù dell'1,2%

L'industria italiana continua ad arrancare, rimanendo impantanata nelle sabbie mobili della crisi. Secondo gli ultimi dati Istat, la produzione industriale a giugno è calata dello 0,2% rispetto a maggio, mentre nel secondo trimestre dell'anno in corso è scesa dello 0,7% e rispetto al 2018, nel complesso su base appunto annua, la flessione è dell'1,2%.

L'istituto nazionale di statistica spiega che l'indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale solo per l'energia (+2,4%), mentre le diminuzioni si registrano per i beni di consumo (-0,7%), i beni intermedi (-0,6%) e, in misura più lieve, per i beni strumentali (-0,1%). Inoltre, nella nota diffusa si legge come, invece, gli indici corretti per gli effetti di calendario registrino a giugno 2019 un'accentuata crescita tendenziale esclusivamente per l'energia (+3,4%); al contrario, diminuzioni contraddistinguono i beni intermedi (-2,8%) e, in misura più contenuta, i beni strumentali (-1,7%) e i beni di consumo (-0,1%).

I settori di attività economica che registrano la maggiore crescita tendenziale sono la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+6,0%), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+5,3%) e le altre industrie (+4,6%). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-7,6%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-7,1%) e nelle attività estrattive (-5,6%).

La preoccupazione dell'Unc sui dati industriali

"Il Paese arretra. Altro che ripresa di fine anno! Chiudiamo il secondo trimestre nel peggiore dei modi", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, commentando il dato odierno sulla produzione industriale. "Anche se la stima sul Pil dell'Istat, comunicata due giorni fa, già conteggiava il dato negativo di oggi della produzione, quello che preoccupa è che chiudiamo il trimestre con segnali di peggioramento che certo non possono far ben sperare per il futuro", spiega Dona, sottolineando che "a maggio, infatti, si era registrato un rialzo dello 0,9% su base mensile che dava qualche speranza di chiudere il secondo trimestre in territorio positivo. Invece, la produzione scende dello 0,7% sul trimestre precedente. "Insomma, se continuiamo a fare passi indietro piuttosto che passi avanti, per fine anno diventa difficile attendersi una ripresa. Se a questo aggiungiamo poi che rispetto al picco pre-crisi del giugno 2007, la produzione totale è ancora inferiore del 18,8%, ossia quasi un quinto, il quadro è ancora peggiore. In 12 anni, i beni di consumo durevoli sono crollati addirittura del 30,3%, quasi un terzo", conclude il numero uno dell'Unc.

Il commento del Codacons sui numeri dell'industria

"Si tratta di numeri preoccupanti, soprattutto considerato l'andamento tendenziale della produzione che da marzo registra un calo costante rispetto al 2018", così il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, commentando i dati Istat diffusi in mattinata.

"Alla base della crisi dell'industria italiana vi è senza dubbio la fase di stallo dei consumi, con la spesa delle famiglie che risulta ferma e gli acquisti che non ripartono", osserva Rienzi, evidenziando che "non a caso nei primi 6 mesi dell'anno la produzione registra una flessione del -0,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un dato che, se non si invertirà la tendenza, rischia di avere conseguenze pesanti sull'occupazione e sull'intera economia nazionale".

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