La transizione energetica è sempre più una necessità difficilmente derogabile. Ancor di più alla luce della tempesta economica causata Covid-19 e inasprita dalla guerra tra Russia e Ucraina, che ha posto in essere le problematiche legate a una delle risorse energetiche più strategiche, soprattutto in questa fase transitoria, ovvero il gas naturale.
La transizione non sarà, in ogni caso, un pranzo di gala. Questo per un triplice ordine di fattori. In primo luogo, l’importante necessità di coordinare transizione energetica e digitalizzazione in un binomio vincente. Il Green New Deal europeo prospetta per il 2030 un calo del 55% delle emissioni di gas serra rispetto al livello del 2019, altrettanto fanno i piani climatici di Regno Unito e Stati Uniti: tutto questo sarà possibile da realizzare solo con un importante sforzo industrial in grado di sviluppare i sistemi avendo come obiettivo la conquista di una crescente efficienza.
In secondo luogo, va sottolineata la dipendenza della transizione da una serie di materiali critici la cui domanda si rafforzerà sempre di più. Come riporta l’Energy Journal del Gruppo CESI, “è importante capire quali sono i materiali critici strategici per la produzione di turbine eoliche, veicoli elettrici, reti elettriche e fuel cells. Infatti, la domanda di questi materiali è destinata ad aumentare esponenzialmente con l’attuazione della transizione energetica”. In questo contesto, l’Agenzia internazionale dell’energia “ha già sviluppato una serie di previsioni a medio termine. Ad esempio, entro il 2040, la domanda mondiale di rame, una componente fondamentale per lo sviluppo delle reti elettriche, raddoppierà. Nel settore delle batterie e dei sistemi di accumulo, inoltre, assisteremo a un aumento di trenta volte la domanda di elementi come litio, nichel, cobalto, manganese, e grafite”. Tutte risorse chiave per lo sviluppo e il mantenimento delle principali tecnologie sostenibili.
Terza necessità è quella di avere nuove competenze professionali e imprenditoriali per governare l’entrata a mercato delle tecnologie in un contesto che sarà governato da un crescente gradualismo e dunque dalla ricerca di investimenti impattanti e in grado di generare, al momento giusto, disruption.
La multinazionale italiana CESI è tra le aziende che si stanno maggiormente impegnando per cogliere queste sfide e trasformarle in opportunità per rafforzare la transizione. Necessità oggi più che mai vitale di fronte all’esplosione della complessità dei mercati energetici e alla guerra sui combustibili fossili.
Le risposte che il settore energetico può offrire rispetto ai bisogni descritti si riassumono in quattro concetti chiave: decarbonizzazione, elettrificazione, digitalizzazione e decentramento. Reti più decentrate, più efficienti, strategicamente funzionali a governare i processi di produzione e distribuzione di energia da rinnovabili appaiono infatti l’investimento chiave. E offrono anche il margine di garanzia per resistere agli shock estremi, alle tensioni geopolitiche, alle dipendenze da singoli attori per i combustibili fossili.
Decarbonizzazione
In quest’ottica, la multinazionale basata a Milano si sta impegnando per la modernizzazione del mercato energetico cercando di soddisfare, con i suoi progetti a livello globale, tutti e quattro gli obiettivi precedentemente citati.
La decarbonizzazione, innanzitutto: CESI è tra le società protagoniste nella consulenza alle imprese sulle iniziative di sostenibilità. Un obiettivo che è perseguito anche dalla Divisione Testing, Certification and Inspection del Gruppo, che lavora alle prove ealla certificazione di tecnologie di frontiera grazie ai suoi laboratori KEMA Labs di CESI, in cui viene verificato il corretto funzionamento di reti, accumulatori, impianti.
Elettrificazione
Vi è poi la sfida dell’integrazione delle reti elettriche di diversi Paesi e aree geografiche, fondamentale per rendere i sistemi elettrici più resilienti e in grado di supportarsi a vicenda in caso di vulnerabilità di vario tipo. Su scala europea, CESI collabora infatti con ENTSO-E (l’associazione che raggruppa i gestori delle reti europee di trasmissione di energia elettrica) nella realizzazione, ogni due anni, del piano decennale di sviluppo della rete (TYNDP) che include modelli di rete integrati e scenari e previsioni su domanda e offerta a livello europeo.
Anche l’Italia, a settembre dello scorso anno, si è connessa con la piattaforma europea “XBID”, permettendo la negoziazione dell’energia in modalità continua in un mercato dell’energia composto da oltre 20 paesi. Così facendo, è possibile garantire maggiore liquidità e più competitività dei prezzi, insieme a una più ampia condivisione di energia rinnovabile. Uno degli obiettivi per il prossimo triennio dell’ARERA – l’Autorità italiana di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente – riguarda proprio lo sviluppo di mercati elettrici efficienti e integrati per la transizione energetica. Tale obiettivo potrà essere raggiunto solo attraverso il completamento delle riforme regolatorie necessarie per rendere compatibili il nostro mercato con quello europeo.
Sul fronte internazionale, invece, uno dei progetti del Gruppo ha riguardato il sostegno alla creazione di interconnessioni tra Europa e Africa. In particolare, CESI ha contribuito con i propri servizi alla realizzazione dell’’interconnettore EuroAfrica, il cavo sottomarino per la trasmissione di energia elettrica che si snoderà sull’asse Cairo-Nicosia, unendo i due continenti e per la cui realizzazione è stato firmato nel 2019 un accordo tra l’Egitto e Cipro.
Digitalizzazione
La digitalizzazione, altro cardine nell’integrazione dei mercati energetici, passa anche per l’affinamento della sicurezza tecnologica della gestionedelle reti. E CESI, nota Energy Journal, sta lavorando a tutto campo sul fronte della cybersicurezza delle reti. In prima linea, la sussidiaria americana del Gruppo (EnerNex) è attiva nel quadro di un mercato di nicchia ma strategico: la tutela informatica delle reti intelligenti di frontiera. Un’altra frontiera di sviluppo della digitalizzazione sono i sistemi di monitoraggio del mercato e di creazione di modelli di simulazione: CESI ha a disposizione MODIS, che analizza l’andamento di nuovi investimenti tecnologici nei settori di riferimento, e PromedGrid, software di preparazione ai nuovi investimenti di cui offre modelli di simulazione.
Tecnologie come l’IoT (internet delle cose) e l’intelligenza artificiale rappresentano, poi, possibili driver di ulteriori processi di efficientamento che governano in tempo reale il sistema di distribuzione dell’energia. L’esempio, per CESI, è in questo caso, quello delle attività tra Lituania e Lettonia volte ad aumentare la reattività delle reti alle interruzioni di fornitura e dunque a consolidarne la sicurezza. CESI ha supportato, ad esempio, il governo della Lituania nel proprio programma mirato a sincronizzare il proprio sistema elettrico locale con i sistemi elettrici dell'Europa continentale (Area sincrona dell'Europa continentale, CESA) e per garantire, allo stesso tempo, un aumento dell'inerzia del sistema per il rafforzamento della rete.
Gli obiettivi della transizione
Sviluppo sostenibile, tutela degli approvvigionamenti, sicurezza economica: i quattro obiettivi complementari della transizione possono permettere di raggiungere risultati strategici a tutto campo.
CESI lavora alacremente per soddisfarli: ora più che mai, competenze sistemiche e gradualismo nell’implementazione dei progetti sono una necessità vitale per riuscire a mandare in porto la transizione. Processo indispensabile e vitale per le economie avanzate, come dimostrato in questi mesi dalle conseguenze imprevedibili della tempesta d’Ucraina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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