Economia

Intesa, Cucchiani dà l'addio Le sfide sul tavolo di Messina

Intesa, Cucchiani dà l'addio Le sfide sul tavolo di Messina

Era ormai solo una questione di ore. Tuttavia, per evitare gravi ripercussioni al titolo, ieri i consigli di Intesa Sanpaolo hanno anticipato il cambio al vertice della banca: Enrico Tommaso Cucchiani lascia, a nemmeno due anni dall'insediamento, la carica di amministratore delegato dopo i contrasti con i dirigenti storici e il presidente del consiglio di Sorveglianza Giovanni Bazoli. In tarda serata, un comunicato ha ufficializzato il cambio al vertice, esprimendo comunque a Cucchiani «il pieno apprezzamento per i risultati conseguiti, la professionalità e lo standing internazionale messi a disposizione del gruppo».
Al posto di Cucchiani ecco allora arrivare l'attuale direttore generale vicario e responsabile della Banca dei Territori, Carlo Messina: una soluzione interna decisamente gradita al dominus. Subisce, dunque, una forte accelerazione la partita ai vertici della seconda banca del Paese consumatasi in appena una settimana.
Giorni difficili a Piazza Affari per l'istituto che, nelle ultime sedute, ha lasciato sul terreno 2 miliardi di capitalizzazione con il titolo che, da martedì, ha abbandonato i massimi dell'anno (a 1,70) attestandosi a 1,58 euro. Di qui - e a causa anche della situazione politica - l'esigenza di dare in fretta un nuovo volto stabile alla guida dell'istituto. Una maratona domenicale iniziata nel primo pomeriggio quando Cucchiani ha incontrato i due presidenti della banca, Giovanni Bazoli e Gian Maria Gros-Pietro, per definire i termini della buonuscita: «il manager in trincea», come lo ha definito in settimana il Financial Times, dovrebbe portare a casa una cifra vicina ai 10 milioni. Poi, verso le 18,30, sono iniziati i consigli di sorveglianza e gestione della banca che hanno sancito, dopo quasi 5 ore, il passaggio al vertice.
Per Messina, manager operativo e uomo-macchina della banca da oltre un decennio, si aprono ora una serie di sfide cruciali alla guida della «superbanca».
Il primo test, sarà quello che gli riserverà oggi la Borsa all'apertura dei mercati. Poi, Messina dovrà iniziare a lavorare sui temi caldi. Da mesi, come responsabile della Banca dei Territori, sta studiando la riduzione delle filiali.
L'obiettivo è quello di chiuderne 632 nei prossimi due anni su una rete di circa 6.700 sportelli, di cui oltre 5mila in Italia. Una delle partite più delicate - oltre a mantenere la solidità patrimoniale - riguarda poi la revisione della governance e lo scardinamento del modello duale. L'abbandono del doppio consiglio, voluto sei anni fa in occasione della fusione tra le banche di Milano e Torino, è da tempo nel mirino della Compagnia di San Paolo (azionista al 9,71%) ed è considerato costoso da Bankitalia. Fondamentale, in tal senso, sarà, in particolare, la posizione maturata nel tempo da Bazoli. Va infatti considerato che solo un anno fa il presidente spiegò che «per la gestione di una realtà grande e complessa come la nostra siamo convinti che il duale abbia funzionato e funzioni. Siamo in una situazione di grande difficoltà, e il nostro sistema ci ha assicurato maggiori controlli rispetto al sistema tradizionale».
I nuovi equilibri all'interno della banca potrebbero quindi sparigliare le carte.

Ma anche in questo caso per Intesa sarà una questione di poltrone.

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