Economia

Italia giungla fiscale: una nuova norma ogni settimana

Confartigianato: le troppe regole complicano la vita alle imprese. E la pressione fiscale è da record

Italia giungla fiscale: una nuova norma ogni settimana

Il Fisco complica la vita agli italiani. Basti pensare che negli ultimi sei anni è uscita, in media, una norma a settimana. In tutto sono state introdotte 629 regole. Un'enormità. E da uno studio di Confartigianato si legge che le regole fiscali hanno avuto un pesante impatto negativo sulle imprese. Ne parla oggi Sergio Rizzo in un articolo sul Corriere della sera. Al pesante fardello burocratico e normativo si deve aggiungere l'aumento del carico fiscale, pari al 3,5% del Pil in dieci anni, il più elevato in Europa (con la Grecia).

"Nel 2.159 giorni trascorsi dal 29 aprile 2008 al 28 marzo del 2014 - scrive Rizzo - sono state approvate attraverso 41 diversi provvedimenti qualcosa come 629 norme fiscali: fra queste, 72 di semplificazione ma ben 389 di complicazione ulteriore". E il paradosso è servito: "Per una regola che dovrebbe rendere le procedure più facili ne spuntano dunque 5,4 che peggiorano l'impatto burocratico".

Il risultato, come spiega il rapporto di Confartigianato, è disatroso: "Quasi due norme fiscali promulgate su tre aumentano i costi burocratici per le imprese". E a conti fatti si arriva alla nuova norma sfornata dallo Stato ogni settimana. Possibile riuscire a stare dietro a questo caos?

Purtroppo le cose vanno avanti in questo modo da decenni, attraverso alcune riforme fiscali che, al di là di risolvere i problemi, spesso li hanno complicati, finendo con l'aumentare la pressione fiscale. E a più tasse, purtroppo, non corrisponde per nulla l'abbattimento del debito pubblico, vero "mostro" che attraverso gli interessi passivi succhia una mole impressionante di risorse investibili, altrimenti in mille altri modi per creare sviluppo e ridare fiato all'economia. Le tasse crescono anche se l'economia rallenta. Un altro dato serve a capire meglio di cosa stiamo parlando: tra il 2005 e il 2014 le entrate tributarie sono aumentate (nominalmente) del 21,1%, quasi il doppio rispetto al Pil (+10,2%). Peggio di noi, in Europa, non c'è nessuno.

C'è un altro dato che fa riflettere: se sommiamo le tasse nazionali e territoriali e le rapportiamo al risultato operativo lordo delle imprese, raggiungiamo il 65,8% nel 2013. Stiamo parlando del Total tax rate di Doing business della Banca Mondiale. Questo dato posizionerebbe l'Italia al quindicesimo posto su 189 paesi nel mondo.

Saremmo i primi in Europa, davanti a Francia (64,7), Spagna (58,6) e Germania (49,4).

 

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