Economia

Ivass ferma Generali, slitta la cedola

Donnet: "Siamo solidi. Disparità di trattamento nel settore". Utili a 1,29 miliardi

Ivass ferma Generali, slitta la cedola

Dividendi di fuoco. La polemica sullo stop alla remunerazione degli azionisti ha infiammato la presentazione dei risultati di periodo di Assicurazioni Generali. Contestualmente ai dati di bilancio, infatti, il Leone di Trieste ha dovuto annunciare la sospensione della seconda tranche di dividendo (pari a 0,46 euro per azione dopo gli 0,50 euro pagati a maggio) a causa della richiesta dell'Ivass ribadita in una missiva del 10 novembre, una raccomandazione valida per tutte le assicurazioni italiane e legata al contesto macroeconomico.

«Non sono d'accordo con il blocco dei dividendi. L'industria assicurativa non è nella stessa condizione delle banche», ha commentato Philippe Donnet, ad del Leone, per poi affondare il colpo evidenziando come, «a differenza di quanto avvenuto per gli istituti di credito, a cui la Bce ha imposto lo stop alle cedole, l'Eiopa, regolatore europeo del settore assicurativo, e le Authority locali non siano stati in grado di garantire la parità di condizioni e l'uniformità del terreno di gioco. E questo non è accettabile perché così non sussiste una competizione equa». «Altri regolatori locali hanno interpretato diversamente le richieste dell'Authority europea sul tema della remunerazione agli azionisti. La Germania, ad esempio, ha consentito ad Allianz il pagamento integrale della cedola, mentre il regolatore francese ha permesso ad Axa di distribuire la prima tranche del dividendo e, ad oggi, non sappiamo cosa deciderà sulla seconda», ha poi sottolineato il general manager del gruppo, Frédéric de Courtois.

In questo scenario il cda di Generali «non ha avuto altra scelta se non adeguarsi alle richieste dell'Ivass», ha spiegato Donnet che tuttavia si è detto fiducioso, dopo aver parlato recentemente con l'Ivass, che una simile politica restrittiva non sarà confermata per il prossimo anno. «Dobbiamo rispettare le richieste del regolatore e pagheremo la seconda tranche sull'esercizio 2019 appena possibile e nel frattempo confermiamo la dividend policy (il piano prevede la distribuzione di dividendi in contanti per 4,5-5 miliardi nel periodo 2019-2021; ndr)», ha sostenuto il top manager, evidenziando la sussistenza di tutti i prerequisiti necessari a garantire l'erogazione delle cedole.

Generali vanta un indice di solidità patrimoniale Solvency Ratio pari al 207% (dal precedente 203%), incluso l'impatto del dividendo finora maturato sul 2020, la seconda tranche della cedola sull'esercizio 2019 e l'aumento di capitale riservato da 300 milioni per l'ingresso in Cattolica.

Il colosso assicurativo triestino ha poi chiuso i primi nove mesi dell'anno con 51,9 miliardi di premi lordi (in crescita dello 0,3%), di cui 35,4 nel Vita (+0,4%), un risultato operativo di 4 miliardi (+2,3%) e un utile netto di 1,29 miliardi (-40%) penalizzato dalle svalutazioni e dalla conclusione dell'arbitrato sulla cessione di Bsi.

La società, nel «confermare la validità della strategia Generali 2021», ha poi dato appuntamento al 18 novembre per l'aggiornamento sul piano industriale da cui potrebbero emergere nuovi spunti legati alla strategicità dell'investimento in Cattolica, e alle opportunità di shopping, confermate da Donnet nel corso della presentazione agli analisti.

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