L’analisi

Le società di tlc dei paesi colpiti dalla crisi del debito finiscono sotto il mirino di Moody’s. Secondo la società di rating infatti c’è una stretta correlazione tra l’indebolimento dei fondamentali macroeconomici in Irlanda, Grecia, Portogallo e Spagna e le performance dei gruppi di telecomunicazione. Non è un segreto infatti che quasi tutte le società di tlc sono dotate di debito ingente. E le nuove frontiere della banda larga fissa e mobile porteranno a dover sostenere altri investimenti. Secondo Moody’s dunque «le società di tlc hanno meno spazi nelle loro categorie di rating per un aumento del debito e potrebbero trovarsi a ridurre la distribuzione di dividendi». L’agenzia rileva inoltre che nei Paesi periferici dell’Europa più colpiti dalla crisi del debito i ricavi di questi gruppi sono scesi fra il 3 e il 13% dal 2009 al 2010. Per il 2011 non è privista un’invesione di tendenza e i ricavi dovrebbero registrare un calo del 5-10% nei Paesi più coinvolti dalla crisi del debito.
Per quanto riguarda l’Italia le cose non vanno meglio. «Nonostante il Paese - ha spiegato Moody’s in un report - si sia mostrato resistente e il rating sovrano non sia finito sotto pressione i trend operativi sono simili a quelli osservati negli altri Paesi più esposti alla crisi». Nel caso italiano però la spiegazione è un po’ diversa. Non si assiste soltanto a un calo dei ricavi a causa della crisi economica ma anche a una forte competizione che ha portato alla riduzione dei prezzi di molti servizi di tlc, anche di quelli considerati più remunerativi come la banda larga. Ed è proprio su questo fronte che i gestori si stanno maggiormente impegnando: Vodafone con l’operazione mille comuni per portare collegamenti veloci su rete mobile anche a piccoli paesi, Telecom con le alleanze con diverse regioni come il Trentino e la Lombardia per estendere con investimenti il range della propria rete Adsl. Gestori come Wind e «3» hanno invece fornito tariffe particolarmente convenienti per il collegamento dati di smart phone e tablet, ma anche Vodafone e Telecom sono scese in campo con nuove offerte.
Non c’è dubbio comunque che per l’implementazione di questi servizi sia importante avere a disposizione un adeguato spettro di banda che renda più veloci le reti mobili per l’uso sempre più intensivo di apparecchi multimediali. E proprio ieri l’Agcom ha approvato il regolamento per il bando di gara di quelle frequenze. «Questa asta - ha commentato il presidente dell’Authority Corrado Calabrò - consentirà all’Italia di consolidare la leadership europea nella larga banda mobile».

Insomma i collegamenti a 100Mb saranno a portata di mano (grazie alla distribuzione di nuove frequenze circa 300Mhz), ma per fare tutto questo serviranno investimenti e anche ingenti. Prima di tutto per la gara, il governo vuole ricavare circa 2,4 miliardi, e poi per le infrastutture. Il rating (baa2 per Telecom) e i ricavi in discesa consentiranno tutto questo?

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